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Donald Trump: tra mito e realtà
Moltissimi, anche nella sempre più ristretta cerchia di quelli che ancora usino criticamente la propria testa, ritengono che Donald Trump possa essere il salvatore, il redentore, la soluzione ai mali del nostro tempo concitato e tumultuoso. Come subito proverò a chiarire, si tratta però di una prospettiva claudicante e purtroppo priva di riscontri nella realtà fattuale.
La visione distorta
Ora che Trump sia preferibile a Biden o alla Clinton è fuor di discussione. Su questo nulla questione. Come ebbe a dire in un’occasione, peggio di Donald Trump vi è solo Joe Biden. Discutibile tuttavia mi pare ritenere che Trump sia il salvatore e la soluzione ai tanti problemi che ci affliggono e ci tormentano ogni giorno di più.
Intanto perché Donald Trump, lungi dall’essere un socialista rivoluzionario, rappresenta pur sempre la parte del capitale. Sia pure, è vero, quella di un capitale manifatturiero non del tutto sciolto nel mare della finanza speculativa. Sul piano geopolitico, ad esempio, si è soliti sostenere che Trump non ha fatto guerre.
La realtà di Trump
Non ne ha fatte tante come Biden o come Bush, certamente. Ma provate a chiedere cosa pensino di questo asserto agli iraniani, il cui generale Soleimani, ricorderete, venne brutalmente assassinato nel 2020, proprio quando Trump era presidente. Non era forse quello un gesto bellico inaccettabile, puramente imperialistico?
Per quel che riguarda poi il rapporto di forza dominante, è vero, Trump rappresenta il capitale manifatturiero, l’economia reale, non primariamente la finanza speculativa. E tuttavia non deve essere obbliato che nel 2017 proprio lui, Donald Trump, attua una poderosa deregolamentazione della finanza, tutta naturalmente a beneficio dei banksters e degli speculatori apoliti.
Il futuro incerto
Insomma, Trump è certamente preferibile a Biden o alla Clinton e, in caso di un confronto diretto tra di loro, non vi è alcun dubbio, dobbiamo sperare in Trump e non in Biden, in Trump e non nella Clinton, senza però lasciarci ingannare da pie illusioni. La salvezza, se sarà, non arriverà sicuramente da Washington, che vi sia Trump o che vi sia Biden.
Il vero gesto critico starebbe appunto nel provare a immaginare una liberazione dall’impero in quanto tale. Sperare cioè in una Italia finalmente libera e sovrana affrancata dalla presenza delle 110 e più basi militari statunitensi che ne occupano, voglio ricordarlo, impunemente il territorio e che naturalmente hanno continuato a farlo anche quando Trump era al governo.