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Scintille al Senato: scontro tra Balboni e Boccia
Alberto Balboni, presidente della commissione Affari Costituzionali al Senato, si è trovato al centro di un acceso scontro con esponenti di Avs e Pd durante un’assemblea parlamentare. La discussione è nata non sull’elezione diretta del presidente del Consiglio, bensì sulla decisione di Balboni di non concedere un rinvio alla seduta serale, suscitando un’escalation di toni infuocati. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha cercato di placare la situazione dichiarando: ‘Il Gran giurì? Vedremo. Sono specialista in conciliazioni amichevoli.’
La controversia durante l’assemblea
Il confronto è iniziato con l’intervento della senatrice Dafne Musolino, seguito dalle richieste di Pd e Avs per avere più tempo nella valutazione degli emendamenti presentati. Balboni ha respinto tali richieste, definendo gli emendamenti di Avs come un ‘esercizio di tecnica ostruzionistica’. Mentre Musolino cercava di esporre il proprio punto di vista, è stata costantemente interrotta dalle proteste sempre più veementi dei membri di dem e Verdi, senza ricevere il tempo necessario per una pausa di riflessione. La situazione è giunta al punto in cui Balboni ha minacciato di chiamare la forza pubblica per ripristinare l’ordine, successivamente precisando che si riferiva ai commessi.
Le reazioni e le dichiarazioni dei protagonisti
Le reazioni non si sono fatte attendere. Mentre Musolino ha cercato di stemperare la tensione sottolineando che per lei la questione era chiusa dopo le scuse del presidente, Avs e Pd hanno persistito nel sottolineare il problema politico sottostante. Il dem Boccia si è mostrato particolarmente critico, sottolineando che un presidente non dovrebbe interferire con gli emendamenti presentati dall’opposizione e che la situazione era senza precedenti. Balboni ha difeso le proprie azioni, accusando il Pd di voler stravolgere l’ordine del giorno e sottolineando che il suo intervento energico era stato una risposta a provocazioni precedenti.
La situazione al Senato rimane tesa, con il presidente Balboni che ha invocato la possibilità di ricorrere al Giurì d’onore per risolvere la controversia. Il presidente La Russa, tuttavia, ha preferito adottare un approccio più conciliante, dichiarando di voler convocare le parti coinvolte per risolvere la questione in modo pacifico. Resta da vedere come si evolverà questa situazione e se sarà possibile raggiungere un compromesso che soddisfi tutte le parti coinvolte.