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Divario Sanitario Nord-Sud: Analisi e Implicazioni
Il recente report ‘Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute’ mette in luce una realtà allarmante: il crescente divario sanitario tra le regioni del Nord e del Sud Italia. Le differenze sono evidenti non solo in termini di spesa pubblica sanitaria, ma anche nella qualità dei servizi offerti e nell’accesso alle cure. Secondo il rapporto, ‘aumentare la spesa sanitaria è la priorità nazionale’, sottolineando la necessità di correggere il riparto regionale del Fondo per considerare i maggiori bisogni delle aree a maggiore disagio socio-economico.
La situazione diventa ancor più critica quando si analizzano i dati relativi alle migrazioni sanitarie tra il Nord e il Sud. Nel 2022, il 44% dei migranti sanitari era residente in una regione del Mezzogiorno, evidenziando la tendenza dei pazienti meridionali a spostarsi verso il Centro o il Nord per ricevere cure. In particolare, per le patologie oncologiche, il 22% dei pazienti meridionali si è dovuto recare in strutture sanitarie delle regioni settentrionali, mentre solo lo 0,1% ha effettuato il viaggio inverso. Questo fenomeno riguarda soprattutto regioni come la Calabria, con il 43% dei pazienti che si rivolge a strutture in regioni confinanti, seguita da Basilicata e Sicilia.
Impatto della Povertà Sanitaria sul Divario Nord-Sud
La povertà sanitaria rappresenta un ulteriore elemento critico, specialmente nel Mezzogiorno dove l’8% dei nuclei familiari è coinvolto, una percentuale doppia rispetto alle regioni del Nord-Est. Questo dato si riflette anche sulla speranza di vita, minore di 1,5 anni al Sud rispetto al Nord, e sulla mortalità per tumore, più elevata nel meridione. Secondo Luca Bianchi, direttore generale della Svimez, i dati del report mettono in luce ‘un divario di cura che si traduce in minori aspettative di vita e più alti tassi di mortalità’. Raffaela Milano di Save the Children sottolinea come la povertà familiare incida sui percorsi di prevenzione e sull’accesso alle cure dei bambini, richiedendo un impegno istituzionale mirato. Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, evidenzia come l’attuazione delle autonomie regionali in sanità possa amplificare le disuguaglianze, minando l’uguaglianza dei cittadini nel diritto alla salute.
La classifica relativa agli interventi di chirurgia oncologica conferma ulteriormente lo scollamento tra Nord e Sud. Secondo la Rete Oncologica Pazienti Italia, il Nord primeggia nel numero di operazioni effettuate, mantenendo il primo posto per centri ‘sopra soglia’. Al contrario, il Sud, seppur in crescita, conta solo tre Regioni virtuose che coprono tutte le patologie considerate. Questo scenario evidenzia la necessità di un impegno concreto per garantire un accesso equo e universale alle cure oncologiche in tutto il Paese.