Tecnologie Invasive: il Futuro dei Social Network
I social rappresentano un rischio, afferma Paolo Crepet, psichiatra e sociologo, che ha lanciato un grido d’allarme sulle conseguenze psicologiche della dipendenza dai social network. Secondo l’esperto, i giovani sono in una situazione simile a una guerra, costantemente bombardati da stimoli digitali. Crepet sottolinea che l’attuale contesto potrebbe essere paragonato a uno scenario bellico, evidenziando come i social network siano almeno parzialmente responsabili di disagi, psicopatologie e persino di casi di suicidio. Il confronto con la guerra si fa sempre più concreto, soprattutto alla luce delle recenti controversie giudiziarie negli Stati Uniti che coinvolgono le grandi piattaforme digitali.
Nuove Tecnologie all’Orizzonte
In risposta alle accuse di avere ‘le mani sporche di sangue’ rivolte a Mark Zuckerberg, CEO di Meta, Crepet evidenzia che la cosiddetta ‘morte dei social’ non significa la fine della tecnologia digitale, ma piuttosto l’avvento di nuove forme più invasive. L’esperto menziona l’Emergenza di dispositivi come Rabbit o Human, basati sull’intelligenza artificiale, che promettono di rivoluzionare il modo in cui interagiamo con la tecnologia. Questi dispositivi, che funzionano attraverso comandi vocali e riconoscimento biometrico, rappresentano un passo ulteriore nella fusione tra uomo e macchina.
Crepet sottolinea la natura rivoluzionaria di queste tecnologie, che non si limitano a fornire informazioni, ma pretendono di conoscere intimamente l’utente. Questo livello di interazione potrebbe ridefinire i confini tra privacy e personalizzazione, portando a una maggiore dipendenza e influenzando persino le nostre scelte quotidiane. L’esperto mette in guardia sulle possibili conseguenze di una tale intrusione tecnologica nella vita quotidiana e sull’impatto che potrebbe avere sulla libertà individuale e sulla creatività umana.
L’Arte nell’Era dell’Intelligenza Artificiale
L’irruzione dell’intelligenza artificiale potrebbe generare effetti anche nel campo dell’arte e della creatività umana. Crepet solleva il timore che, con l’avanzare della tecnologia, l’originalità e la spontaneità creative possano essere messe in secondo piano. L’idea di poter comporre una canzone in pochi minuti grazie all’intelligenza artificiale solleva dubbi sull’autenticità e sull’unicità delle opere prodotte. C’è il rischio che la creatività venga standardizzata, trasformando l’arte in un mero esercizio di imitazione e ripetizione.
Il futuro potrebbe portare a un Festival di Sanremo ‘Orwelliano’, come suggerisce Crepet, con produzioni artistiche generate da algoritmi e privi di quella scintilla umana che rende unica ogni espressione artistica. La sfida che si prospetta è trovare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e il rispetto per l’individualità e la diversità umana, preservando la capacità di esprimere emozioni e pensieri in modo autentico e originale, al di là delle convenzioni imposte dalla tecnologia.