Attacco incendiario contro un sacerdote: solidarietà e condanna
Incendiata l’auto di un sacerdote nella piana di Gioia Tauro. La comunità religiosa è stata scossa da un vile gesto compiuto ai danni di don Giovanni Rigoli, parroco di Varapodio, in provincia di Reggio Calabria. L’episodio più recente, avvenuto sabato scorso, ha visto la vettura del sacerdote andare in fiamme, causando danni anche alla struttura della parrocchia che è stata evacuata a causa del fumo. I carabinieri stanno indagando sull’accaduto, partendo dall’analisi dei video delle telecamere di sorveglianza.
La solidarietà dei vescovi calabresi non si è fatta attendere. La Conferenza episcopale della Calabria ha espresso vicinanza a don Rigoli, condannando fermamente l’atto incendiario. In una nota ufficiale, i vescovi hanno affermato: ‘La violenza, sotto ogni sua forma, è un linguaggio che rifiutiamo categoricamente. Essa non ispira mai i gesti e le parole di chi si professa credente nel Dio della pace e della mitezza, pertanto non può trovare spazio nella società civile.’ La Cec ha definito l’azione come ‘ignobile’ e un ‘attacco diretto a tutti i cittadini della nostra preziosa regione’, sottolineando che comportamenti del genere non possono essere tollerati.
Aggressione precedente e contesto
Il gesto incendiario non è stato l’unico episodio di violenza che ha coinvolto il sacerdote. Circa venti giorni fa, don Rigoli era stato picchiato da due persone all’uscita della messa, riportando ferite alla testa che avevano richiesto il suo ricovero in ospedale. Gli aggressori, due cugini già noti alle forze dell’ordine, avevano reagito alle restrizioni imposte dal parroco a causa dell’aumento dei contagi da Covid. La motivazione dell’aggressione risale alle regole stabilite da don Rigoli per i funerali durante il periodo natalizio, vietando le condoglianze in chiesa per evitare assembramenti e rischi di contagio. Tuttavia, durante le esequie di una donna, alcuni parenti e addetti alle pompe funebri hanno chiesto di poter svolgere le condoglianze in chiesa, andando contro il divieto del parroco. La situazione è degenerata quando, nonostante il rifiuto categorico del sacerdote, si sono scambiate le condoglianze in chiesa, scatenando l’aggressione.