Guerriglia al Cpr di Roma: Migranti in Rivolta
Il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Roma Ponte Galeria è stato teatro di violente proteste da parte degli immigrati ospiti, trasformandosi in un vero e proprio scenario di guerriglia. La scintilla che ha innescato la violenza è stata la tragica morte per suicidio di uno straniero di 21 anni, evento che ha scatenato una reazione di rabbia e ribellione da parte degli altri migranti presenti.
Episodi di Violenza e Devastazione
La giornata è stata caratterizzata da episodi di estrema gravità, con gli ospiti del centro che hanno preso di mira le forze dell’ordine e le strutture circostanti. Da incendi di materassi a lancio di oggetti contro gli operatori, la situazione è rapidamente sfuggita di mano, con scontri che si sono protratti per ore. Gli immigrati hanno addirittura utilizzato le cabine telefoniche come arieti per danneggiare le strutture interne del centro, dimostrando una determinazione senza precedenti.
La Polizia di Stato ha reso noto che nel pomeriggio si sono verificati episodi particolarmente gravi, con tentativi di forzatura di sbarramenti e attacchi diretti agli agenti. Alcuni ospiti hanno addirittura cercato di incendiare una volante della Polizia, causando danni ingenti. All’interno, la situazione non era meno critica, con migranti che hanno saccheggiato gli effetti personali dei militari e messo a soqquadro le stanze destinate al personale dell’Arma dei Carabinieri.
Repressione e Arresti
Le forze dell’ordine hanno dovuto fronteggiare una situazione di totale emergenza, con la necessità di creare sbarramenti e impiegare mezzi antisommossa per riportare la calma. L’impiego di lacrimogeni è stato inevitabile per sedare la rivolta e riportare gli immigrati ai loro settori, requisendo gli effetti personali sottratti durante il caos. Complessivamente, sono stati arrestati 14 immigrati per vari reati, dall’incendio doloso alle lesioni a pubblici ufficiali.
Il bilancio dei feriti tra le forze dell’ordine è significativo, con due carabinieri costretti a prognosi di 5 e 7 giorni a causa di traumi subiti durante gli scontri. Un Caporalmaggiore dell’esercito ha riportato lesioni gravi, con la rottura del tendine di un braccio e 30 giorni di prognosi. All’interno della struttura, i danni sono stati considerevoli, con muri abbattuti, porte danneggiate e telecamere di videosorveglianza distrutte, testimoniando la portata devastante degli eventi che si sono susseguiti.