Condizioni disumane nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Roma
Il suicidio di Ousmane Sylla e la protesta dei detenuti
Domenica mattina nel Centro di permanenza per il rimpatrio (CPR) per migranti irregolari di Ponte Galeria, alla periferia sudovest di Roma, un uomo di 22 anni proveniente dalla Guinea, Ousmane Sylla, si è suicidato nella sua cella. Dopo la sua morte una sessantina di migranti detenuti nel centro ha tenuto una manifestazione di protesta contro le condizioni del centro. Anche Sylla nel biglietto lasciato nella sua cella ha scritto una dura critica alle autorità italiane: “Non capiscono niente, solo i soldi”.
Problemi con l’applicazione dei decreti di espulsione
I CPR sono i luoghi in cui vengono detenute le persone che non hanno un permesso di soggiorno valido per rimanere in Italia, in attesa di essere espulse. Applicare i decreti di espulsione però è spesso complicato, perché mancano accordi bilaterali con molti dei paesi verso cui dovrebbero tornare le persone detenute, e i tempi di permanenza si allungano.
Criticità del CPR di Ponte Galeria
Storia e problematiche del centro di detenzione
Il centro di Ponte Galeria è considerato da tempo uno dei CPR più problematici in Italia, anche se quasi ovunque in questi centri sono documentate violazioni sistematiche dei diritti umani. Il CPR di Ponte Galeria in particolare è attivo dal 1998 e ha una capienza da 125 persone. L’ultima rilevazione disponibile risale al marzo del 2023: allora c’erano 95 detenuti, 90 uomini e 5 donne.
Condizioni degradanti e gestione critica
Nei primi anni il CPR di Ponte Galeria fu gestito dalla Croce Rossa, ma già allora la struttura era considerata carente e poco organizzata. Un rapporto del 2005 dell’associazione “Medici per i diritti umani” documentava diverse lacune dell’ambulatorio medico locale. Nel tempo le condizioni del CPR di Ponte Galeria non sono migliorate. Un video girato nel 2019 mostrò stanze estremamente sporche e materassi appoggiati sul pavimento. Ancora oggi nel centro manca l’acqua calda ed è disponibile un solo telefono per comunicare con l’esterno.
Abusi e trattamenti disumani nei CPR italiani
Somministrazione di psicofarmaci e condizioni inumane
La senatrice Ilaria Cucchi ha denunciato le condizioni disumane all’interno del CPR di Ponte Galeria, descrivendo le persone detenute come “abbandonate a se stesse” e costrette a vivere in condizioni degradanti. La somministrazione massiccia di psicofarmaci per controllare i detenuti è allarmante, con la spesa per gli psicofarmaci che rappresenta una percentuale significativa del totale.
Gestione critica da parte di ORS Italia
Da diversi anni il CPR di Ponte Galeria è gestito da ORS Italia, un’azienda svizzera con una storia controversa riguardo alla gestione dei centri di detenzione per migranti. La gestione problematica di alcuni centri, come quello di Traiskirchen in Austria, ha sollevato preoccupazioni riguardo alle pratiche adottate. Le condizioni degradanti all’interno dei CPR italiani sono oggetto di continue denunce da parte delle associazioni per i diritti umani e da parte di giornalisti investigativi.