Stellantis prolunga la cassa integrazione a Mirafiori
Stellantis ha comunicato ai sindacati il prolungamento della cassa integrazione per i 2.260 dipendenti dello stabilimento di Mirafiori, a sud di Torino. Questi dipendenti lavoreranno su un solo turno fino al 30 marzo, quattro settimane in più rispetto al periodo di cassa integrazione già programmato a gennaio. Questa decisione comporterà una significativa riduzione della produzione di auto per quasi due mesi, con un impatto evidente sullo stabilimento.
Quest’annuncio rappresenta un ulteriore segnale della tendenza di Stellantis a investire sempre meno in Italia e, in particolare, a Torino, una città storicamente legata alla Fiat, da cui Stellantis ha origine. I modelli e il numero di auto prodotte a Mirafiori hanno registrato un calo significativo nel corso degli anni. Se si considera che nel 2006 venivano prodotte 216.000 auto all’anno, nel 2019 questo numero è sceso drasticamente a circa 22.000 unità. Anche nel 2023, nonostante un lieve aumento dovuto alla produzione della 500 elettrica, si è registrato un decremento del 9,3% rispetto all’anno precedente, con 85.940 auto prodotte a Mirafiori.
La situazione dei dipendenti e le pressioni sindacali
Negli ultimi anni, il numero di dipendenti è diminuito a causa di pensionamenti non seguiti da nuove assunzioni. Nel 2023, l’azienda ha proposto incentivi consistenti per le uscite volontarie, offrendo agli impiegati la possibilità di licenziarsi con un incentivo basato sull’età, tre mesi di stipendio, un’indennità di mancato preavviso e la possibilità di ricevere l’indennità di disoccupazione prevista dalla legge. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardo al futuro degli stabilimenti italiani.
Il dibattito sul ruolo di Stellantis in Italia si è intensificato di recente, con dichiarazioni anche da parte della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Meloni ha criticato la scelta di Stellantis di ridurre la produzione negli stabilimenti italiani, sottolineando l’importanza di mantenere la produzione nazionale per veicoli pubblicizzati come prodotti italiani. In risposta alle critiche, l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha sottolineato la mancanza di agevolazioni governative per l’acquisto di auto elettriche, rendendo difficile la competitività di queste vetture rispetto a quelle a combustione.
La richiesta di sostegno da parte di Stellantis
La produzione di auto elettriche richiede meno manodopera rispetto a quelle a combustione, ma comporta costi più elevati. Stellantis chiede un maggiore sostegno governativo per affrontare queste sfide. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha sottolineato che l’Italia ha già sostenuto Stellantis in diverse occasioni, soprattutto in Europa, cercando di modificare i limiti sulle emissioni previsti dal regolamento Euro 7 che potrebbero danneggiare ulteriormente l’azienda.
Le tensioni sono palpabili, con la FIOM, il sindacato dei metalmeccanici, che ha organizzato un’assemblea per discutere di possibili azioni. Il segretario generale della FIOM, Michele De Palma, ha chiesto al governo di intervenire per garantire il futuro degli stabilimenti italiani, sottolineando la necessità di proteggere i posti di lavoro e contrastare la crescente disoccupazione nel settore. La situazione rimane delicata, con la mobilitazione dei lavoratori che potrebbe essere una prossima mossa nell’ambito di questa disputa industriale e politica.