CPR di Roma Ponte Galeria: Rivolta e Distruzione
Una giornata di tensione e violenza ha trasformato il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) di Roma Ponte Galeria in un campo di battaglia. L’episodio è stato scatenato dalla tragica morte di un giovane migrante, avvenuta per suicidio, che ha innescato una serie di eventi violenti all’interno della struttura. Gli ospiti del centro hanno reagito con una violenta rappresaglia contro le autorità italiane, principalmente mirata ai militari responsabili della sicurezza del luogo.
A partire dalla mattina, gli immigrati hanno dato il via a una serie di azioni, tra cui l’incendio dei materassi e il lancio di oggetti contro le forze dell’ordine presenti nel CPR. Dopo momenti di relativa calma, gli scontri si sono intensificati nel pomeriggio, con episodi particolarmente gravi che hanno coinvolto attacchi diretti agli agenti e danneggiamenti ai mezzi di polizia. La situazione è precipitata ulteriormente quando un gruppo di migranti è riuscito ad entrare nelle aree riservate al personale delle forze dell’ordine, rubando effetti personali e seminando il caos all’interno della struttura.
Violente azioni e danni ingenti
Le azioni di disturbo e violenza compiute dagli ospiti del CPR di Roma Ponte Galeria hanno portato a danni significativi e a un clima di tensione estrema. Gli episodi più gravi hanno visto tentativi di forzare sbarramenti, lanci di oggetti verso gli agenti e persino tentativi di incendiare mezzi delle forze dell’ordine. La scena di guerriglia si è protratta per ore, con i migranti che hanno dimostrato una determinazione nel voler sfidare l’autorità statale e provocare il caos.
Le conseguenze di queste azioni sono state pesanti, con numerose persone coinvolte e danni materiali significativi. I migranti coinvolti negli scontri sono stati arrestati per vari reati, tra cui resistenza e lesioni a pubblici ufficiali, danneggiamento e incendio doloso. Dall’altra parte, le forze dell’ordine hanno riportato diversi feriti, con prognosi che vanno da alcuni giorni fino a un mese. La struttura stessa ha subito danni gravi, con telecamere distrutte, porte danneggiate e aree interne devastate dalla furia degli scontri.