Intervento di Dargen D’Amico su La7: tra immigrazione e Gaza
Dopo l’interruzione avvenuta a Domenica In, il cantautore Dargen D’Amico ha avuto modo di esprimersi nuovamente in televisione, questa volta ospite del programma ‘Di Martedì’ su La7. Il presentatore Giovanni Floris lo ha interrogato in merito all’episodio con Mara Venier, chiedendogli se si fosse sentito vittima di censura da parte della Rai. Con toni pacati, D’Amico ha dichiarato: «Non direi, in fondo avevo già sviluppato buona parte del mio ragionamento».
Nonostante l’accaduto, il cantante non ha puntato il dito contro la Rai per censura, ma ha sottolineato come certi argomenti siano più complessi da trattare in pubblico. La sua esperienza post-Sanremo, insieme a quella di altri artisti come Ghali, ha tuttavia contribuito a ‘rompere il silenzio’ su tematiche delicate come la situazione dei bambini nella Striscia di Gaza. «Si è reso evidente che il silenzio sui bambini massacrati non corrisponde al sentire delle persone», ha affermato D’Amico, evidenziando una crescente consapevolezza pubblica e la necessità di un intervento diplomatico italiano.
La ‘correzione’ di Mara Venier e la voce dell’umanità
Al centro del dibattito vi è anche il comunicato che Mara Venier ha letto in onda, una sorta di rettifica della linea emersa sul conflitto a Gaza, in risposta alle indicazioni dell’Ad della Rai, Roberto Sergio. Di fronte a questo episodio, D’Amico ha ribadito la sua posizione: «Sappiamo bene che tutti hanno un padrone, ce lo abbiamo tutti. Ma il mio padrone in questo caso è l’umanità». Un’affermazione che sottolinea il suo impegno morale rispetto alla questione, evidenziando un senso di responsabilità che va oltre le dinamiche televisive.
Riguardo al tema dell’immigrazione, che aveva già sollevato sul palco dell’Ariston, D’Amico ha potuto riprendere il suo discorso, esprimendo il suo disappunto per il trattamento dei migranti, che vengono spesso considerati come cittadini di serie B piuttosto che come risorse. Questa sua presa di posizione si inserisce in un ampio dibattito sociale e politico che vede l’integrazione e il rispetto dei diritti umani come punti chiave.
Tempi televisivi e questioni sociali
La conversazione in studio è stata nuovamente soggetta ai rigidi tempi televisivi. Dopo aver espresso il suo pensiero, D’Amico è stato ringraziato e congedato, lasciando trasparire una certa sorpresa da parte sua: «È già finito?», ha chiesto, evidenziando come gli spazi dedicati a discussioni di tale importanza siano spesso limitati dalla programmazione. La pronta sostituzione con la segretaria del Pd, Elly Schlein, in collegamento, ha confermato ulteriormente come la televisione debba fare i conti con la gestione del tempo a discapito, a volte, della profondità del dialogo sulle questioni sociali.
In conclusione, l’intervento di Dargen D’Amico su La7 si è rivelato un’importante occasione per sollevare questioni significative sia in termini di politica internazionale che di politiche migratorie. Anche se gli spazi televisivi possono essere stretti e i tempi scanditi da esigenze di palinsesto, appare evidente che il dibattito pubblico su temi come questi non possa essere circoscritto o ignorato, e che la voce degli artisti possa contribuire a mantenere alta l’attenzione e stimolare una riflessione collettiva.
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