Lo scandalo del “caso Striano”: un anno di dossieraggi e interrogazioni sospette
Sono state le perizie sui telefoni e i computer del finanziere sequestrati un anno fa a svelare le migliaia di Segnalazioni di operazioni sospette e interrogazioni alle banche dati riservate.
Il 10 marzo 2023 segna l’anniversario del “caso Striano”, con la perquisizione che ha coinvolto il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, già in servizio al “Gruppo Sos” della Direzione Nazionale Antimafia. Le indagini condotte su dispositivi elettronici hanno rivelato un ampio numero di pratiche sospette, sollevando il sospetto di dossieraggi e scatenando un dibattito politico acceso.
Poco prima di questa perquisizione, a inizio 2023, il “caso Striano” rischiava di essere archiviato; solo la decisione dell’ufficiale ha impedito la chiusura dell’indagine. Il tenente Pasquale Striano, protagonista di questo scandalo, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali sul “verminaio” denunciato dal procuratore di Perugia Raffaele Cantone. Questo ha portato a molte speculazioni sull’eventualità di complici o dietrologie nascoste. La decisione di Striano di non rivelare i motivi che lo hanno spinto ad agire in quel modo ha contribuito a mantenere viva l’attenzione sul caso, con molte ipotesi che si basano su fatti e date originali emerse durante le indagini.
Le indagini e le conseguenze del “caso Striano”
Dopo l’esposto del ministro della Difesa Guido Crosetto nel 2022, la Procura di Roma ha identificato Striano come responsabile degli accessi impropri alla banca dati dell’Agenzia delle Entrate sul politico. L’inchiesta ha portato alla luce dettagli significativi sul coinvolgimento di Striano, culminando nella proposta di avvio del processo a suo carico. L’ufficiale è stato informato dell’indagine a gennaio 2023 e convocato per essere interrogato a marzo. In un momento cruciale, invece di avvalersi del suo diritto di non rispondere, Striano ha deciso di fornire dettagliate spiegazioni sulle sue azioni, rivelando di condurre interrogazioni su vasta scala su ordine del pm responsabile del suo ufficio.
La decisione di Striano di condividere un dettagliato “diario” degli accessi compiuti ha ampliato il “caso Striano” coinvolgendo anche il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Il 10 marzo ha segnato una svolta con una perquisizione che potrebbe avere importanti implicazioni sul caso. Le azioni dell’ufficiale hanno scatenato un’ondata di domande e sospetti, con la possibilità che elementi cruciali siano stati cancellati durante il periodo che ha preceduto la perquisizione. La vicenda, ora nota come “Striano-Laudati”, continua a tenere banco e a sollevare interrogativi su eventuali connivenze o complicità ancora da scoprire.