L’era dei biopic musicali: l’annuncio di Sam Mendes e la tendenza in ascesa
In un ambiente cinematografico sempre più affascinato dalle melodie della storia, una nuova ondata di film musicali sta emergendo con una forza inarrestabile. La novità più rilevante in questo panorama arriva direttamente dal regista britannico Sam Mendes, il quale ha recentemente annunciato un progetto ambizioso: la realizzazione di ben quattro film dedicati ai membri dei Beatles: John Lennon, Paul McCartney, Ringo Starr e George Harrison. Questa serie cinematografica, che vedrà la luce grazie alla produzione e distribuzione di Sony Pictures Entertainment, è prevista per essere completata entro la fine del 2027.
La notizia assume un significato particolare non solo per la statura iconica dei Beatles, ma anche perché segna la prima volta che la Apple Corps, l’azienda che gestisce gli interessi del leggendario gruppo, ha accordato l’utilizzo dei diritti di immagine e della musica per una narrazione di finzione. È un’apertura che potrebbe trasformare il modo in cui le opere musicali vengono interpretate e fruite sul grande schermo.
Il fascino dei musical e dei biopic
Da qualche anno a questa parte, l’industria cinematografica e quella discografica hanno posto una scommessa crescente sui film “musicali”. Questa categoria spazia dai racconti di concerti ai classici musical, con un interesse particolare per i documentari e i film biografici incentrati su cantanti o band. L’ultimo anno ha visto una serie di titoli di grande rilievo come Wonka, Il colore viola, e il remake di Mean Girls. Senza dimenticare le pellicole dedicate a Elvis Presley, che con “Elvis” di Baz Luhrmann e “Priscilla” di Sofia Coppola, hanno raccontato la vita del re del rock’n’roll e della sua moglie.
Parallelamente, il mercato sta assistendo a un rinnovato interesse per i film dedicati ai concerti, come evidenziato dal successo straordinario di “Taylor Swift: The Eras Tour”. Il film concertistico ha incassato oltre 100 milioni di dollari solo con la prevendita dei biglietti, un risultato che lo ha posizionato al pari di certi blockbuster della Marvel, e a gennaio ha raggiunto il record di film-concerto con gli incassi più alti di sempre.
Il cinema come nuova frontiera del concerto dal vivo
Secondo Tim Richards, amministratore delegato della catena europea di cinema Vue, i grandi artisti stanno scoprendo che il cinema rappresenta un nuovo modo di monetizzare i concerti dal vivo. Questa forma d’arte offre l’opportunità di raggiungere i fan in mercati più piccoli, o in zone dove gli artisti di solito non si esibiscono. Un esempio lampante è stato il successo del documentario “BTS: Yet to Come in Cinemas” sulla band sudcoreana BTS, che ha guadagnato 53 milioni di euro a livello globale.
Tuttavia, il fenomeno non si limita solo ai grandi nomi. Anche documentari musicali di minor budget, ma non di minor interesse, come “ReMastered: Who Killed Jam Master Jay?” di Netflix, e “Io tu noi, Lucio”, hanno trovato il loro spazio di successo nel mercato.
Un trend in forte crescita
Il Wall Street Journal aveva già individuato l’interesse crescente per i film incentrati sulla musica nel 2019. Questa tendenza ha preso piede a partire dal 2018 con il trionfo di “Bohemian Rhapsody”, un biopic sui Queen che ha conquistato il mondo, diventando uno dei film più visti quell’anno e incassando quasi un miliardo di dollari a fronte di un costo di produzione di 50 milioni.
Da allora, la disponibilità e il successo di documentari e serie musicali sono cresciuti esponenzialmente, soprattutto sui servizi di streaming come Netflix, che presenta e produce direttamente decine di questi prodotti.
Le sfide della produzione dei film musicali
Nonostante l’apparente semplicità, produrre un film musicale comporta notevoli sfide, la principale delle quali è ottenere i diritti per l’utilizzo delle canzoni. In passato, convincere musicisti e case discografiche a concedere tali diritti era un’impresa ardua, ma il successo di film come “Bohemian Rhapsody” ha cambiato le carte in tavola. Artisti e gruppi hanno iniziato a vedere questi progetti come opportunità di raggiungere nuove generazioni di ascoltatori.
Le case discografiche, a loro volta, non si limitano a concedere i diritti, ma cercano di avere un ruolo attivo nei progetti, offrendo consigli, supporto e sviluppando campagne promozionali congiunte. Esempi di questa sinergia si sono visti con i Queen, che hanno sfruttato il successo di “Bohemian Rhapsody” per organizzare una serie di concerti con Adam Lambert.
Il synch e le nuove frontiere del marketing
Le collaborazioni tra case di produzione e discografiche hanno aperto la strada a un settore in crescita noto come “synch”, cioè la sincronizzazione di brani musicali con prodotti di diverso tipo. Ciò si traduce in una maggiore visibilità per gli artisti e un nuovo canale di marketing per le etichette discografiche.
In questo contesto, anche i film non strettamente musicali possono diventare celebri per le loro colonne sonore. Il film “Saltburn” del 2023 ne è un esempio, avendo guadagnato attenzione non solo per il suo contenuto, ma anche per la colonna sonora, che ha riscoperto successi musicali degli anni Duemila.
In conclusione, il panorama dei film musicali sta vivendo un periodo di rinnovato splendore, trainato dalla creatività di registi come Sam Mendes e dall’apertura delle case discografiche. Il futuro del cinema e della musica sembra camminare verso una sinergia sempre più stretta, in cui le note di un tempo incontrano le tecnologie e le possibilità espressive di oggi. Foto Credits: Gazzetta.it