“Navalny ucciso con la tecnica del pugno al cuore”: la controversia e le accuse
Le accuse mosse dalle organizzazioni per i diritti umani riguardo alla morte di Navalny stanno scuotendo l’opinione pubblica internazionale. Secondo quanto riportato, il dissidente sarebbe stato ucciso con una tecnica particolarmente crudele: un pugno sferrato direttamente al cuore, provocandone l’immediata morte per emorragia. Questa tecnica, se confermata, non sarebbe nuova per la Russia, dove in passato l’ex KGB sovietico ha utilizzato metodi simili per eliminare i dissidenti politici.
In particolare, l’accusa si basa sulle dichiarazioni di Osechkin, il quale fa riferimento a una fonte interna alla colonia penale artica dove Navalny è deceduto. Secondo questa fonte, i segni di violenza sul corpo di Navalny sarebbero coerenti con l’utilizzo di un “pugno unico” per causarne la morte. Si sospetta che il dissidente sia stato esposto per ore a temperature estreme, fino a -27 gradi, durante una presunta “passeggiata” all’aperto, fuori dagli standard di detenzione abituali.
La denuncia della madre e le azioni legali contro la Russia
La madre di Navalny, Lyudmila Navalnaya, ha deciso di intraprendere azioni legali contro la Federazione russa per gli presunti atti illegali commessi ai danni del figlio. Nonostante la morte del dissidente, alla donna è stato impedito di vedere il corpo di Navalny, mentre un tribunale russo si prepara ad esaminare la sua denuncia il prossimo mese. Questa situazione ha sollevato molte domande sulla trasparenza e la condotta delle istituzioni russe riguardo al caso.
La fondazione anti-corruzione di Navalny ha supportato la madre nel suo intento legale, accusando il Comitato investigativo russo di non aver agito tempestivamente nel consegnare la salma del dissidente. L’intera vicenda ha generato una forte reazione a livello internazionale, con molte voci che chiedono chiarezza e giustizia per quanto accaduto a Navalny, amplificando le pressioni sul governo russo per fare piena luce sulla questione.