La Rivoluzione Stilistica di “Povere creature”: L’Arte del Costume Come Veicolo di Emancipazione
L’ultimo capolavoro di Yorgos Lanthimos, “Povere creature”, è un gioiello cinematografico che rielabora con audacia l’estetica vittoriana, divenendo un fenomeno di critica e pubblico. Al centro dell’attenzione non è solo la raffinata regia o la trama intricata, ma anche l’impeccabile lavoro di Holly Waddington, la costumista che ha vestito la protagonista Bella Baxter, interpretata da una magnetica Emma Stone. I suoi costumi, ricchi di significati simbolici, sono diventati un potente strumento di narrazione visiva, tanto da meritarsi una mostra speciale all’Asu Film Museum di Los Angeles fino al 15 dicembre 2024.
La Satira Vittoriana in Tessuti e Colori
In “Povere creature”, Lanthimos si immerge nell’epoca vittoriana, utilizzando la satira per esplorare tematiche di morale e liberazione femminile. Waddington, affiancando e interpretando la visione del regista, ha creato costumi che evolvono insieme al personaggio di Bella, segnandone il cammino dall’innocenza alla consapevolezza. La costumista utilizza elementi dell’epoca, come le maniche a sbuffo e i bustier a gabbia, per delineare una silloge di abbigliamento che diventa espressione della forza e dell’indipendenza del personaggio.
Un Costume, Un Viaggio
Il viaggio di Bella, dai toni pastello dei suoi abiti iniziali ai rossi accesi del suo risveglio sessuale, è enfatizzato da una scelta di costumi che sono metafora del suo percorso di emancipazione. La crinolina voluminosa, i stivaletti audaci e le mutande-pantaloncino di seta non sono solo indumenti, ma tappe di un percorso simbolico che la porta attraverso l’Europa, da Lisbona a Parigi, alla scoperta di sé. La crinolina, in particolare, si trasforma da simbolo di costrizione a vessillo di libertà, accompagnando la protagonista nel suo ‘viaggio’ personale.
Liberazione attraverso i Tessuti
Il tessuto narrativo di “Povere creature” si intreccia con quello letterale dei costumi. Waddington ha esplorato materiali contemporanei e strutture innovative, allontanandosi dalle convenzioni vittoriane per enfatizzare il carattere rivoluzionario del film. “Non doveva essere né pura fantascienza né un dramma in costume“, ha spiegato la costumista. La sua intenzione era quella di creare capi che riflettessero il cambiamento interiore del personaggio di Bella, e lo ha fatto attraverso la sensualità dei tessuti e la sinuosità delle linee che avvolgono il corpo femminile.
La Trasformazione di Bella Baxter
L’inizio della storia vede Bella con un cervello infantile, enfatizzato da costumi che riflettono questa sua fragilità e innocenza, con abiti stile puppy e lunghe camicie da notte. Tuttavia, man mano che il personaggio di Emma Stone cresce e si evolve, anche i suoi costumi subiscono una metamorfosi: dai baby-doll alle vesti che celebrano la sua libertà sessuale e il desiderio di indipendenza. La Waddington ha trasmesso questa transizione anche nelle tonalità dei costumi, usando molte sfumature di nude nel contesto di un bordello, descrivendo i vestiti come “una celebrazione del corpo attraverso i volant“.
Un Tributo alla Maestria di Waddington
La mostra all’Asu Film Museum è un omaggio alla maestria della costumista Waddington. Gratuita e aperta al pubblico, offre una finestra esclusiva sui costumi di scena, gli schizzi a matita originali della costumista, oggetti di scena e foto del dietro le quinte che ritraggono Lanthimos al lavoro. È un’opportunità unica per i fan del film e gli appassionati di moda e cinema di immergersi nella creatività e nell’artigianato che hanno contribuito a definire l’estetica unica di “Povere creature”.
Il film, candidato a ben 11 Oscar, è stato accolto con entusiasmo sia dalla critica che dal pubblico, non solo per la sua narrativa coinvolgente ma anche per il suo impegno nel riscrivere le regole del costume cinematografico. Lanthimos e Waddington hanno collaborato per creare un’opera che va oltre la semplice rappresentazione storica, per diventare un dialogo aperto sull’evoluzione della donna e sulla sua affermazione in una società che cambia.
Con “Povere creature”, il cinema ha trovato una nuova eroina in Bella Baxter e, attraverso gli abiti che indossa, un nuovo linguaggio visivo per esplorare e celebrare la complessità della libertà femminile. Gli abiti di Holly Waddington sono così diventati più che semplici costumi: sono diventati testimoni di un’epoca, ma anche di un futuro possibile, dove i vestiti raccontano storie potenti quanto le parole.