Milena Vukotic: L’eredità di Pina e il ricordo di Paolo Villaggio
Milena Vukotic, icona del cinema italiano, si apre in un’intervista esclusiva al Corriere della Sera, rivelando il lato pubblico e privato della sua vita. Ancora oggi, molti la riconoscono come Pina, la moglie indimenticabile di Fantozzi. Parlando di Paolo Villaggio, l’indimenticabile interprete di Ugo Fantozzi, Vukotic svela: “Paolo era coltissimo e agli occhi di tanti poteva sembrare anaffettivo, ma io, oggi, penso che non fosse così.” Queste parole rivelano un lato nascosto dell’attore, svelando un’anima sensibile dietro l’apparenza austera.
Un’amicizia speciale
L’attrice rivela un legame profondo con Villaggio e la moglie Maura, sottolineando: “Con lui e sua moglie Maura siamo stati molto amici.” Questa intimità permette a Vukotic di cogliere sfumature inaspettate della personalità di Villaggio, sfatando l’immagine di distacco che poteva trasmettere. Parlando del loro rapporto, Milena Vukotic si apre sul rapporto con l’attore, confessando un unico rimpianto: “Quando lui e Maura cambiarono casa, ci siamo scambiati qualche telefonata e, dalla voce, io sentivo che lui non era contento. Ma non siamo riusciti a vederci e allora mi dispiace di non essergli stata vicino quando lui era infelice.”
Il peso dell’eredità
Essere identificata ancora oggi come Pina rappresenta per Milena Vukotic un peso e un onore. “Ancora oggi, al mercato, mi chiamano Pina, ma va bene così, vuol dire che quel gigantesco affresco sociale che Paolo Villaggio ha costruito è davvero entrato nella pelle delle persone.” Queste parole sottolineano l’impatto duraturo del lavoro di Villaggio e la profondità dei personaggi da lui creati. Vukotic si rivela grata per il riconoscimento del pubblico, anche se talvolta può risultare schiacciante essere identificata principalmente con un ruolo.
Milena Vukotic, con la sua sensibilità e profondità, ci offre uno sguardo inedito sul mondo di Paolo Villaggio e la sua eredità nel cinema italiano. La sua testimonianza rivela un’amicizia sincera e un rispetto reciproco che va oltre le apparenze, lasciando un segno tangibile nella memoria collettiva del pubblico italiano.