Lampi d’Oriente a Berlino
Lampi d’Oriente a Berlino – La Berlinale di quest’anno presenta una presenza estremo orientale piuttosto rilevante e diversificata. Oltre ai ritorni di autori ormai consolidati nella scena berlinese, il festival accoglierà anche nuovi talenti. In competizione, spicca l’ultimo lavoro di Hong Sang-soo, A Traveler’s Needs, che promette di continuare e ampliare il percorso artistico intrapreso dal regista sudcoreano. Questo film segna la sesta partecipazione di Hong a Berlino dal 2020, anno in cui ha vinto l’Orso d’Argento con The Woman Who Ran.
La Maestria di Hong Sang-soo
A Traveler’s Needs sembra essere un’altra gemma nell’opera di Hong Sang-soo, confermandolo come uno degli autori più affascinanti provenienti dall’Asia e non solo in questo secolo. Il film vede anche la terza collaborazione tra Hong e l’acclamata attrice Isabelle Huppert, che interpreta una donna francese in terra asiatica. Il personaggio di Huppert, amante del makgeolli, il vino di riso coreano, intreccia legami con due donne locali, creando una narrazione che promette di essere coinvolgente e ricca di spunti.
Esplorazioni Asiatiche e Atmosfere Cupe
Provenienti dalla Corea del Sud, due interessanti proposte si fanno spazio nella sezione Forum della Berlinale. Exhuma, diretto da Jang Jae-hyun, promette brividi sovrannaturali in un contesto familiare agiato. Mentre il regista giapponese Miyake Sho, reduce dal successo di Small, Slow but Steady, porta alla ribalta All the Long Nights, un’opera che esplora le relazioni complesse tra due colleghi, immergendosi in atmosfere cupe che richiamano le sfide della pandemia di Covid-19.
Allo stesso modo, il documentarista giapponese Soda Kazuhiro con The Cats of Gokogu Shrine ritorna a una delle sue tematiche predilette: i gatti. In un’osservazione attenta e senza filtri, il regista esplora la vita di un gruppo di felini attorno al santuario di Gokogu, suscitando reazioni contrastanti nella comunità locale, che si scontra con la presenza di questi animali randagi.
Viaggi Cinematografici e Surrealismo Giapponese
Alla Berlinale Special, lo spettatore avrà l’opportunità di immergersi in mondi cinematografici unici provenienti dall’arcipelago giapponese. Da Chime di Kurosawa Kiyoshi a August My Heaven di Kudo Riho e The Box Man di Gakuryu Ishii, il panorama giapponese si presenta ricco e variegato. In particolare, The Box Man, adattamento dell’omonimo romanzo di Abe Kobo, promette di trasportare il pubblico in un universo surreale e kafkiano, attraverso la storia di un uomo che abbandona la propria identità per girare per Tokyo in una scatola di cartone.
Con Chime, Kurosawa sembra gettare le basi per un thriller che confina con l’horror psicologico, sfruttando le potenzialità narrative che lo hanno reso celebre. Roadstead, una piattaforma digitale emergente, si prepara a distribuire il film in anteprima durante il 2024, proponendolo come un’esperienza unica e coinvolgente per gli appassionati di cinema d’autore.