![L'architettura italiana piange la perdita di Italo Rota: un maestro dell'innovazione e della creatività 1 20240409 111851](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240409-111851.webp)
L’architettura italiana in lutto: ci lascia Italo Rota
Il mondo dell’architettura e della cultura italiana è oggi in lutto per la scomparsa di Italo Rota, architetto di fama internazionale, deceduto a Milano all’età di 70 anni. La notizia è stata confermata dal presidente della Triennale di Milano, Stefano Boeri, che ha espresso profondo cordoglio per la perdita di un vero maestro nel campo dell’architettura.
“Con Italo Rota perdiamo oggi un protagonista assoluto dell’architettura e della cultura italiana. Ci mancheranno le sue idee potenti e appena sussurrate, le sue visioni controcorrente, le sue composizioni ricchissime e sempre intelligenti. Un pezzo della nostra storia, della storia della nostra generazione, della storia di Triennale e della creatività italiana nel mondo se ne va”, ha scritto Boeri, sottolineando l’importanza del contributo di Rota al panorama culturale e architettonico non solo italiano ma anche internazionale.
Il ricordo di Milano e del mondo culturale
Non solo il presidente della Triennale, ma anche Tommaso Sacchi, assessore alla cultura del Comune di Milano, ha voluto rendere omaggio a Rota, ricordando il suo impatto sulla città: “Come dicevi tu stesso, ‘la saggezza è essere seri e avere un progetto folle’. Grazie Italo, per tutto quello che hai dato a Milano e al mondo”. L’assessore ha poi evidenziato il legame indissolubile tra l’architetto e il capoluogo lombardo, custode geloso del Museo del Novecento, simbolo dell’eredità di Rota come intellettuale e artista libero e coraggioso.
Le condoglianze si estendono oltre i confini della città, arrivando fino al Ministero della Cultura, dove Gennaro Sangiuliano ha definito la scomparsa di Rota una perdita per il maestro dell’architettura e del design italiano. “Dalle scenografie teatrali alle realizzazioni di musei e spazi pubblici come il Museo del Novecento, Rota ha saputo coniugare bellezza e funzionalità, dando vita a opere innovative e di grande impatto emotivo”, ha dichiarato Sangiuliano, sottolineando l’attenzione di Rota alla valorizzazione del patrimonio culturale e alla creazione di spazi di incontro e dialogo.
Un percorso professionale di rilievo
Italo Rota, nato nel 1953, si laurea al Politecnico di Milano nel 1982, dopo aver maturato esperienze nello studio di Franco Albini e di Vittorio Gregotti. La sua carriera prende una svolta significativa quando, trasferitosi a Parigi, collabora con Gae Aulenti alla ristrutturazione del Museo d’Arte Moderna al Centre Pompidou, lavora alle nuove sale della scuola francese alla Cour Carré del Louvre e si occupa dell’illuminazione della cattedrale Notre Dame e lungo il Senna, oltre alla ristrutturazione del centro di Nantes.
Tornato in Italia nella metà degli anni Novanta, Rota inaugura una nuova fase della sua attività, aprendo uno studio a Milano. I suoi progetti, che vanno dal masterplan al product design, si caratterizzano per la scelta di materiali innovativi, l’uso di tecnologie all’avanguardia e un’approfondita ricerca sulla luce. Tra le realizzazioni più note, si distingue la promenade del Foro Italico a Palermo, premiata con la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli Spazi Pubblici nel 2006, e il Museo del Novecento a Milano, inaugurato nel 2010.
Un’eredità che perdura nel tempo
La scomparsa di Italo Rota lascia un vuoto incolmabile nel mondo dell’architettura e della cultura, non solo italiana ma globale. La sua visione, il suo coraggio nell’esplorare nuovi orizzonti e la sua capacità di fondere bellezza e funzionalità in opere di grande impatto emotivo continueranno a ispirare generazioni di architetti e designer. Con il Museo del Novecento e le altre sue realizzazioni, Milano e l’Italia conservano preziosi testimoni dell’eredità di un artista che ha saputo interpretare e anticipare il suo tempo, lasciando un segno indelebile nella storia dell’architettura contemporanea.