![Vivendi e Tim: la controversia e il futuro nel settore delle telecomunicazioni 1 20240514 172544](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240514-172544.webp)
Vivendi conferma il suo impegno in Tim nonostante le controversie
In un contesto di crescente dinamismo nel settore delle telecomunicazioni, Vivendi si posiziona nuovamente al centro dell’attenzione con dichiarazioni che ribadiscono il suo ruolo attivo all’interno di Telecom Italia (Tim). Arnaud De Puyfontaine, CEO del colosso francese, ha espresso con chiarezza la strategia dell’azienda riguardo la sua partecipazione in Tim, evidenziando un sostegno incondizionato nonostante le recenti mosse della società italiana che hanno sollevato non poche polemiche.
La decisione di Tim di procedere con la vendita della sua rete a Kkr, allo scopo di alleggerire il proprio carico di debito, ha innescato una serie di reazioni tra gli azionisti, con Vivendi in prima linea nella contestazione. ‘La situazione attuale è che Telecom Italia ha preso la decisione di vendere la rete dell’azienda per ridurre il debito. È una decisione che noi, come azionisti di riferimento della società, contestiamo nel merito delle condizioni economiche,’ ha dichiarato De Puyfontaine, evidenziando una netta discrepanza tra le azioni di Tim e gli interessi degli azionisti.
Una battaglia legale in difesa dei diritti degli azionisti
Il cuore della disputa risiede nella modalità con cui Tim ha portato avanti la vendita della rete, un’operazione di scissione che, secondo Vivendi, avrebbe dovuto ricevere un’approvazione più ampia. ‘Quando si ha una telco, il cui asset principale è la rete, quando si scinde la telco dalla sua rete, come minimo si dovrebbe sottoporre questa operazione a un’assemblea ordinaria, cosa che Telecom Italia non ha fatto,’ ha sottolineato il CEO di Vivendi, marcando la sua posizione critica nei confronti della gestione della vendita.
Nonostante l’opposizione a questa specifica operazione, Vivendi non si mostra contraria a priori alle decisioni dell’attuale gestione di Tim, ma richiede che siano rispettati i diritti e le valutazioni economiche che riguardano la sua quota di partecipazione. In risposta, il gruppo francese ha intrapreso una serie di iniziative legali in Francia per ‘difendere il valore della transazione,’ come affermato da De Puyfontaine.
Il futuro di Vivendi e il piano di scissione
Parallelamente alle tensioni con Tim, Vivendi sta elaborando un proprio piano di riorganizzazione che prevede la scissione parziale del gruppo. Questa strategia mira a rendere entità indipendenti quotate in Borsa alcune delle sue principali divisioni, come Canal+ Group, Havas, e le società attive nel settore dell’editoria e della distribuzione, tra cui Lagardere. Tale mossa lascerebbe Vivendi nella sua forma attuale, trasformandola in una holding di partecipazioni.
Questo piano di scissione riflette la volontà di Vivendi di ottimizzare la propria struttura e di massimizzare il valore per gli azionisti, delineando una strategia chiara per il futuro. La nota ufficiale rilasciata dall’azienda spiega che ‘l’ipotesi attualmente al vaglio è quella di una scissione parziale di Vivendi,’ suggerendo un imminente riassetto che potrebbe avere implicazioni significative per il mercato.
Un nuovo capitolo per Vivendi e Tim
Nonostante le controversie e le battaglie legali, Vivendi sembra orientata a superare le divergenze con Tim, cercando di aprire un nuovo capitolo nelle sue operazioni in Italia. De Puyfontaine ha espresso la speranza di poter annunciare la chiusura del caso entro l’anno prossimo, segnalando una possibile riconciliazione o, quantomeno, una risoluzione delle tensioni attuali.
L’impegno di Vivendi nel sostenere attivamente Tim, insieme al suo piano di scissione interna, evidenzia la complessità e la dinamicità del settore delle telecomunicazioni, dove alleanze, controversie e strategie aziendali si intrecciano in un panorama in costante evoluzione. In questo contesto, l’obiettivo dichiarato di difendere i diritti degli azionisti e di valorizzare le proprie partecipazioni rimane un punto fermo nella strategia di Vivendi, indicando una via potenziale per il futuro non solo della stessa azienda ma anche per il più ampio settore delle telecomunicazioni in Italia e oltre.