L’Intelligenza Artificiale e la Crisi Climatica: Illusioni e Realtà
L’intelligenza artificiale (IA) non è la panacea per il cambiamento climatico, come molti potrebbero essersi illusi. Un recente rapporto pubblicato dalla Climate action against disinformation coalition, in cui è coinvolta anche Friends of the Earth, mette in discussione le speranze riposte nelle tecnologie legate all’IA. Contrariamente alle promesse di colossi tech e organismi internazionali, l’uso diffuso di IA potrebbe portare a un aumento significativo del consumo energetico e a una proliferazione di disinformazione sul clima.
Le Preoccupazioni Legate al Consumo Energetico
Uno dei principali fronti di preoccupazione riguarda il consumo energetico crescente associato all’IA. Secondo il rapporto, l’espansione dei data center necessari per supportare le operazioni complesse abilitate dall’IA potrebbe portare a un aumento dell’80% delle emissioni di gas serra. La richiesta crescente di elettricità potrebbe persino prolungare l’uso di centrali elettriche a carbone, con impatti devastanti sull’ambiente.
Alcuni studi indicano che, entro tre anni, l’infrastruttura per l’IA potrebbe consumare quantità di energia paragonabili al consumo annuale di interi paesi. A fronte di queste prospettive, diventa evidente che l’IA non è immune agli impatti ambientali, sollevando dubbi sulle effettive ricadute positive di queste tecnologie nell’affrontare la crisi climatica.
La Diffusione della Disinformazione Climatica
Un’altra criticità emersa riguarda la disinformazione climatica veicolata attraverso l’IA. Secondo il rapporto, l’IA potrebbe diventare un terreno fertile per la produzione e la diffusione di contenuti falsi in modo rapido ed economico. Questo scenario potrebbe favorire la disinformazione climatica, minando gli sforzi per una comunicazione scientificamente accurata e basata sui fatti relativi al cambiamento climatico.
Gli esperti avvertono che l’IA potrebbe essere utilizzata per perpetuare campagne di disinformazione a lungo termine, offrendo agli attori malevoli strumenti avanzati per manipolare l’opinione pubblica. Con la crescita della produzione di deepfake e contenuti distorti, l’IA potrebbe minare ulteriormente la fiducia nel dibattito sui cambiamenti climatici, complicando ulteriormente la già complessa situazione ambientale.
“Queste statistiche sono solo stime – si legge nel rapporto – perché le aziende di intelligenza artificiale continuano a trattenere la maggior parte dei dati. Una rendicontazione trasparente consentirebbe ai ricercatori di sapere se l’uso di sistemi di intelligenza artificiale compenserà o meno eventuali risparmi.”
Per affrontare queste sfide, il rapporto sottolinea l’importanza della trasparenza nell’utilizzo dell’energia da parte dell’IA e della necessità di misure di salvaguardia per contrastare la disinformazione climatica. Monitorare attentamente il consumo energetico e le emissioni associate all’IA potrebbe essere cruciale per valutare l’impatto complessivo di queste tecnologie sul pianeta e sulla società.