Tim: il tonfo in borsa e il futuro incerto
Il titolo di Tim ha subito una brusca caduta del 24% a seguito della presentazione del nuovo piano industriale per il periodo 2024-2026, suscitando un vero e proprio ‘fuggi fuggi generale’ tra gli investitori. Questo tonfo ha portato il titolo a chiudere a 0,21 euro, il livello più basso dal dicembre 2022, con una perdita di valore stimata intorno a 1,4 miliardi di euro. Questa situazione ha avuto ripercussioni anche sul principale azionista di Tim, Vivendi, che ha visto svalutarsi la propria partecipazione di 1,347 miliardi, con una perdita netta di 393 milioni di euro.
Le incertezze sul futuro di Tim
La reazione del mercato è stata violenta e molteplici fattori hanno contribuito al cosiddetto ‘panic selling’ delle azioni di Tim. Gli analisti esprimono preoccupazioni sulla sostenibilità del nuovo assetto di Tim, soprattutto dopo la scissione della rete, preoccupazioni che sono state condivise anche da Vivendi, in seguito al rifiuto della vendita a Kkr. Inoltre, la mancanza di figure gradite al primo azionista all’interno del consiglio di amministrazione, approvato di recente, fa presagire un prolungamento della conflittualità. Questi elementi hanno gettato ombre sul percorso di Tim, mettendo in discussione la chiarezza sul piano di riduzione del debito, con l’assenza di dettagli fondamentali sul flusso di cassa che dovrebbe condurre all’obiettivo di riduzione della leva finanziaria entro il 2026.
Le dichiarazioni di Labriola e le incertezze sul debito
Il CEO di Tim, Labriola, ha cercato di rassicurare gli investitori sull’andamento futuro dell’azienda, affermando che la cessione di Netco permetterà a Tim di ritornare a essere competitiva sul mercato e di ristabilire la flessibilità finanziaria. Tuttavia, le dichiarazioni non sono riuscite a dissipare le preoccupazioni e le critiche degli analisti sulle strategie aziendali e sulle reazioni del mercato al nuovo piano industriale. Inoltre, l’assenza di chiarezza riguardo ai volumi anomali degli scambi e al processo di deleverage ha contribuito a erodere la fiducia degli investitori nei confronti di Tim.
Tim si è espressa in merito alla prevista vendita di NetCo, stimando un introito di 14,2 miliardi di euro, ma senza fornire dettagli sul debito netto iniziale, limitandosi a indicare un obiettivo di leva finanziaria per il 2026 compreso tra 1,6 e 1,7. La presentazione del rendiconto, che ha confermato i dati preliminari, ha evidenziato una perdita nel 2023 di 1,4 miliardi di euro, in calo rispetto al rosso di 2,9 miliardi registrato alla fine del 2022. Labriola ha tentato di rassicurare il mercato sottolineando che il 2024 potrebbe portare a impostazioni diverse e che l’azienda sta lavorando per riconquistare la fiducia degli investitori. Tuttavia, le incertezze sul futuro di Tim, specialmente riguardo al debito e alla strategia aziendale, continuano a gettare ombre sul titolo e sulle prospettive a medio termine dell’azienda.