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Imprese Europee in Allarme: Battaglia Politica sulla Direttiva Csddd
Le imprese europee sono in allarme a causa della proposta di direttiva europea sulla Corporate responsibility due diligence, nota come Csddd, che ha raggiunto una fase cruciale di votazione il 9 febbraio. L’imposizione di obblighi di verifica lungo l’intera catena di approvvigionamento comporterebbe un aumento dei costi e del monitoraggio. L’associazione delle confindustrie europee BusinessEurope ha lanciato un appello contro questa direttiva giudicata troppo punitiva, portando diversi Paesi a combattere politicamente per bloccarla, vista la situazione economica attuale. In particolare, la Germania si è distaccata dalla sua linea ecologica per astenersi dalla votazione insieme ad altri Paesi nordici, ma ciò potrebbe non essere sufficiente a fermare la direttiva.
Appello per l’Astensione dell’Italia e la Riapertura dei Negoziati
Stefano Pan, delegato del presidente di Confindustria per l’Europa, ha sottolineato l’importanza dell’astensione dell’Italia durante la votazione per bloccare il testo attuale della direttiva, ritenuto troppo complesso e dannoso per le imprese e la competitività europea. Pan ha spiegato che la direttiva comporterebbe costi considerevoli per le imprese nel monitorare l’intera catena di fornitura, con possibili disruption e aumenti incontrollati dei costi di approvvigionamento, in un momento economico delicato e in un contesto geopolitico critico.
Impatti della Direttiva sulla Corporate Responsibility
La direttiva Csddd mira a promuovere un comportamento sostenibile e responsabile lungo tutta la filiera del valore, con un focus sul rispetto dei diritti umani e dell’ambiente. Tuttavia, le imprese temono che il controllo dei fornitori comporti costi elevati e una complessità ingestibile. Le grandi imprese sopra i 40 milioni di fatturato saranno tenute a essere diligenti socialmente ed ambientalmente, con l’obbligo di monitorare e rendere conto degli impatti negativi. L’applicazione graduale della direttiva in base alla dimensione dell’impresa potrebbe mitigare gli impatti, ma resta una preoccupazione diffusa nell’ambito imprenditoriale.
Gli amministratori dovranno integrare il dovere di diligenza nella strategia aziendale e vigilare sulla sua attuazione, considerando le conseguenze delle decisioni sui diritti umani, sui cambiamenti climatici e sull’ambiente. Le sanzioni per gli inadempienti potrebbero arrivare fino al 5% del fatturato mondiale, suscitando preoccupazioni tra le imprese europee. Nonostante le modifiche apportate alla direttiva, molte associazioni imprenditoriali continuano a esprimere dubbi sulla sua efficacia e sui possibili impatti negativi sulle imprese e sulla competitività europea.