Yandex, la gigante tecnologica russa, cede la sua attività principale
La più grande azienda tecnologica russa, Yandex, nota per il suo motore di ricerca e una vasta gamma di servizi digitali, ha accettato di vendere la quasi totalità delle sue attività in Russia. Questa decisione fa parte di un’operazione che è stata fortemente influenzata dal governo russo. Con un comunicato ufficiale, l’azienda ha confermato che cederà il 95% delle sue entrate, equivalenti a 475 miliardi di rubli (circa 4,9 miliardi di euro), a un consorzio di imprenditori e fondi russi. Questa cifra rappresenta circa la metà del valore di mercato di Yandex.
Un’operazione controversa e politicamente carica
Le trattative per la vendita delle attività di Yandex hanno avuto inizio 18 mesi fa, soprattutto a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina. In particolare, il cofondatore dell’azienda, Arkady Volozh, ha espresso apertamente il suo dissenso riguardo all’invasione definendola “barbarica”. Questa posizione ha generato dubbi sulla reale indipendenza futura di Yandex rispetto al governo russo. Vale la pena notare che Volozh, da tempo, ha lasciato la Russia per stabilirsi in Israele ed è attualmente soggetto a sanzioni da parte dell’Unione Europea.
Il futuro di Yandex e le implicazioni della vendita
L’accordo di vendita prevede che tutte le proprietà e le attività di Yandex siano trasferite a un consorzio denominato Consortium. First, composto da ex dirigenti di Yandex e un fondo di investimento di proprietà di Lukoil, la principale compagnia petrolifera russa. Con questa transazione, il motore di ricerca diventerebbe di proprietà interamente russa, contrapponendosi alla precedente situazione in cui l’azienda madre di Yandex aveva sede nei Paesi Bassi e riceveva investimenti stranieri.
Secondo il vicepresidente della commissione parlamentare russa sull’informazione, Anton Gorelkin, “Yandex è più di un’azienda, è una risorsa per l’intera società russa”. La vendita delle azioni al consorzio russo avverrà a uno sconto di almeno il 50%, in linea con le regole imposte dal governo russo alle aziende occidentali che decidono di lasciare il paese. Questo movimento si inserisce in un contesto più ampio in cui molte aziende straniere hanno abbandonato il mercato russo a causa delle crescenti tensioni geopolitiche e delle sanzioni internazionali.
Yandex, fondata nel 1997 da tre informatici russi, ha costruito nel corso degli anni un impero digitale che va oltre il semplice motore di ricerca. Offrendo servizi come il taxi, mappe, posta elettronica e pagamenti online, Yandex è diventata un punto di riferimento per la tecnologia in Russia. Tuttavia, le sue ambizioni di espansione globale sono state compromesse dagli eventi geopolitici, in particolare dalla guerra in Ucraina e dalle conseguenti sanzioni internazionali.
Il nome “Yandex” è un gioco di parole che combina l’acronimo “Yet ANother inDEXer” con il pronome personale russo “ja” che significa “io”. Questo nome originale rifletteva l’ambizione dell’azienda di emergere come un motore di ricerca unico nel suo genere. Tuttavia, il futuro di Yandex ora sembra essere diretto verso una fase di transizione significativa, con implicazioni che vanno ben oltre il mero ambito aziendale.