2024: Anno di Svolta per i Lavoratori a Basso Reddito
Stipendi al palo solo in Italia – L’Italia si conferma come il Paese dove gli stipendi dei lavoratori a basso reddito stanno destinati a rimanere indietro rispetto al resto dell’Unione Europea. Mentre in molti Stati dell’UE si prevedono aumenti significativi per i lavoratori meno retribuiti, nel Bel Paese la situazione si prospetta ancora difficile. L’analisi condotta da Eurofound evidenzia che la fiammata dell’inflazione ha eroso il potere d’acquisto di chi fatica ad arrivare a fine mese, con poche prospettive di recupero in vista. Il governo Meloni, pur vantando un buon andamento dell’occupazione, sembra trascurare l’emergenza del lavoro povero, ritardando interventi concreti per affrontare la questione salariale.
Inversione di Tendenza nel 2024
Il vento cambia per i lavoratori a salario minimo – Christine Aumayr-Pintar, senior research manager della fondazione, sottolinea che il 2024 potrebbe rappresentare l’anno della svolta per i lavoratori con stipendi minimi. Dopo un periodo in cui i salari non sono riusciti a tenere il passo con l’aumento dei prezzi, si intravede una nuova prospettiva. L’attenzione delle parti sociali su questioni salariali cruciali e l’impatto della direttiva europea sui salari minimi hanno contribuito a sollecitare adeguamenti significativi. Paesi dell’Est Europa e baltici hanno annunciato aumenti consistenti, fino al +20% in alcune nazioni, superando di gran lunga l’inflazione. L’Europa sembra muoversi verso una maggiore equità salariale, con l’obiettivo di garantire retribuzioni adeguate per tutti i lavoratori.
Salari in Forte Aumento a Livello Europeo
Politiche di incremento salariale differenziate – Mentre alcuni Paesi come la Croazia, la Bulgaria e l’Ungheria registrano aumenti a doppia cifra sui salari minimi, altri come la Germania e la Spagna adottano politiche più contenute. In Italia, la contrattazione collettiva non sembra rispecchiare l’alto tasso di inflazione, con risultati salariali che non tengono il passo con l’aumento dei prezzi. Settori chiave come commercio, turismo e cultura mostrano una situazione critica, con contratti nazionali scaduti da tempo e difficoltà nel trovare un punto d’incontro tra sindacati e parti datoriali. La stagnazione dei redditi reali rappresenta un rischio anche per la crescita economica complessiva, evidenziando la necessità di interventi mirati per sostenere i lavoratori più vulnerabili.