L’IDENTITÀ DEL BABY TERRORISTA SCOPERTA TRAMITE UNA MAIL
L’attacco al Consolato Usa. Una mail tramite la rete del B&B. Tutti gli errori del baby terrorista – Da quando è partita quella mail all’indirizzo della Rai, venerdì mattina, è diventato tutto molto più chiaro, per i carabinieri, la polizia e gli specialisti della Postale. Quella sagoma vestita di scuro inquadrata da più telecamere nella zona del Consolato americano, nelle ore prime del giorno precedente, giovedì, ha cominciato ad assumere un’identità ben definita, ovvero quella dell’ospite di un bed and breakfast di via Solferino. L’unico ospite di mercoledì e giovedì. Con la perquisizione, scattata nella notte di sabato, nell’abitazione nel comune di Dicomano dove da qualche anno la famiglia – padre giordano, mamma palestinese, quattro figli – si è trasferita, sono arrivate altre, pesantissime (dal punto di vista investigativo) conferme, che hanno motivato il fermo in carcere scattato sabato mattina: il giubbotto nero con il cappuccio della notte del lancio di molotov, la mimetica che indossa l’individuo con la voce alterata nel video di rivendicazione, un tappetino da preghiera che puzzava di benzina, lo scontrino del pagamento (77 euro) delle due notti al B&B vicinissimo al Consolato Usa.
LE PROVE SCHIACCIANTI CONTENUTE NEL TELEFONO DEL TERRORISTA
Altri immediati riscontri sono arrivati dal telefono: nell’apparecchio, che aveva agganciato il reticolo di celle telefoniche in zona lungarno Vespucci negli stessi minuti dell’attacco alla sede diplomatica, le immagini finite nella rivendicazione. E ora, quello smartphone – sequestrato assieme ad altri supporti informatici – dovrà dire il resto. E cioè se, come pare, Hakam Taleb sia un ‘cane sciolto’ che ha sposato la causa di Hamas navigando nei canali Telegram della propaganda antisionista (coniando anche un proprio canale, ‘The whole world is Hamas’, il mondo intero è Hamas) o se invece abbia dei contatti veri con chi combatte contro Israele. Sembra prevalere la prima ipotesi. L’habitat che lo avrebbe radicalizzato fino a passare all’azione. È accusato di un reato pesantissimo: terrorismo e porto di armi da guerra. La sua azione, e numerose altre, sarebbero dovute servire a dissuadere lo stato italiano dal fornire appoggio a Israele.