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Buoni Fruttiferi Postali Indicizzati all’Inflazione: una protezione contro la svalutazione
Uno degli argomenti più dibattuti tra economisti e cittadini riguarda l’inflazione. Questo fenomeno, che caratterizza da sempre la politica monetaria delle Banche centrali di tutto il mondo, incide pesantemente sui risparmi degli investitori. Una risposta concreta per proteggere il potere d’acquisto dei risparmi e farne crescere il valore è rappresentata dai Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione italiana.
Questi strumenti, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e collocati da Poste Italiane, sono garantiti dallo Stato e sono ideali per chi pensa a un investimento di media-lunga durata. Il loro rendimento è legato all’andamento dell’inflazione italiana, permettendo così di proteggere i risparmiatori dalla perdita di valore d’acquisto del capitale investito.
Come funzionano i Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione
La durata dei Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione è di 10 anni dalla data di sottoscrizione. Disponibili esclusivamente in forma dematerializzata, possono essere sottoscritti online tramite l’Internet Banking o l’app BancoPosta per i titolari di Libretto Smart e di conto BancoPosta, oppure di persona in qualsiasi ufficio postale sul territorio nazionale.
Il rendimento di questi Buoni è composto da due elementi: un tasso d’interesse fisso e una rivalutazione del capitale investito basata sull’evoluzione dell’inflazione. Le remunerazioni sono quindi legate sia a un tasso fisso sia all’indice nazionale dei prezzi al consumo per famiglie di operai e impiegati (FOI senza tabacchi) calcolato dall’ISTAT.
Flessibilità e vantaggi fiscali
I Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione offrono massima flessibilità. È possibile richiedere il rimborso del capitale investito (al netto degli oneri fiscali) e il pagamento degli interessi maturati dopo 18 mesi dalla data di sottoscrizione, entro il termine di prescrizione decennale che decorre dalla data di scadenza.
A livello fiscale, gli interessi sono soggetti a un’aliquota agevolata del 12,50%. Inoltre, è prevista l’esenzione dall’imposta di successione e dall’imposta di bollo se il valore del portafoglio non supera i 5.000 euro; altrimenti, scatta un’aliquota dello 0,20% annua.
Rendimento legato all’inflazione
Il rendimento dei Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione è strettamente legato all’andamento dell’inflazione in Italia. Prima dei 18 mesi, il valore di rimborso è pari al valore nominale sottoscritto; dopo i primi 18 mesi, al valore di rimborso si aggiunge l’incremento degli interessi fissi maturati.
Al momento del rimborso, che sia a scadenza o anticipato, i soldi investiti e gli interessi fissi maturati sono rivalutati sulla base dell’andamento dell’inflazione realizzata nei 10 anni di possesso dei Buoni. La rivalutazione si determina sulla scorta dell’indice FOI al netto dei consumi pubblicato mensilmente dall’ISTAT.
Simulazioni di rendimento
Il rendimento fisso annuo lordo effettivo a scadenza (non rivalutato sulla base dell’inflazione) è dello 0,60%. Tuttavia, con un’inflazione annua media dell’1%, il rendimento lordo sarà dell’1,61% (netto dell’1,42%); con un’inflazione al 2% del 2,61% (netto 2,32%), al 3% del 3,62% (netto 3,22%), al 4% del 4,62% (netto 4,15%) e così via.
La rivalutazione all’inflazione avviene su base bimestrale: il valore di rimborso lordo è calcolato moltiplicando il capitale investito e gli interessi fissi lordi maturati per il coefficiente di indicizzazione CIi. La formula per calcolare il valore di rimborso lordo è K (il capitale sottoscritto) × CI (il coefficiente di indicizzazione relativo allo specifico bimestre) × CF (il coefficiente fisso lordo relativo al bimestre).
Opinioni degli investitori
Le opinioni degli investitori che hanno scelto i Buoni fruttiferi postali indicizzati all’inflazione italiana sono in media positive. Nelle recensioni degli utenti, questi BFP sono considerati tra i prodotti più sicuri perché il valore di riscatto, anche prima del rimborso a scadenza, segue l’andamento dei prezzi e del costo della vita.
Nonostante i tassi offerti arrivino al massimo allo 0,60% annuo, chi non ha necessità immediata di disinvestire si ritroverà con un buon capitale finale. È tuttavia consigliabile aspettare sempre la scadenza per recuperare completamente l’inflazione e mantenere il potere d’acquisto.
Confronto con altri strumenti di investimento
Si calcola che alla lunga il piccolo risparmiatore di un Buono indicizzato all’inflazione italiana otterrà circa il 10% in meno che con un BTP Italia. Tuttavia, con i BFP indicizzati, non si corre il rischio di ritrovarsi con un valore reale del capitale risparmiato diminuito oppure crollato del tutto.
Per fare un esempio: se nei 10 anni di investimento l’inflazione annuale sarà in media del 4%, il rendimento finale del Buono arriva al 4,65% lordo e al 4,14% netto. Viceversa, se l’inflazione sarà inferiore allo 0%, il rendimento a scadenza è dello 0,6% lordo e dello 0,53% netto.
Consigli per i risparmiatori
Come avviene per ogni tipo di Buono fruttifero postale e per tutti i prodotti di risparmio, è importante leggere attentamente il foglio informativo. Quello relativo alla serie IL110A240307, disponibile dal 7 marzo 2024, è sul sito di Poste Italiane. In questo documento sono riportate le informazioni sull’emittente, sul collocatore e sul prestito, le principali condizioni contrattuali e le modalità per inviare comunicazioni ed eventuali reclami.