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Le Borse Europee Chiudono in Rosso: Pesano le Incertezze sui Tassi
Le principali Borse europee hanno chiuso la settimana in negativo, influenzate dalle incertezze sui tassi di interesse e dai recenti dati sull’occupazione negli Stati Uniti. Il Ftse Mib di Milano ha registrato una diminuzione dell’1,8%, mentre l’Ibex di Madrid e il Cac di Parigi hanno rispettivamente perso il 2,7% e l’1,7%. Le uniche eccezioni sono state il Ftse 100 di Londra, che ha chiuso in rialzo dello 0,9%, e l’Aex di Amsterdam, con un incremento dello 0,5%.
Tra i settori più colpiti, spicca l’automotive, che ha subito un calo del 3% a livello europeo. A Piazza Affari, Stellantis ha perso l’11,8% nella settimana dei conti, mentre Iveco ha registrato una flessione del 3,2%. Anche il settore energetico ha sofferto, con Eni in calo del 3,6% a causa della discesa dei prezzi del greggio, che ha visto il Brent e il WTI perdere rispettivamente il 6,8% e il 4,8%.
Speranze per un Taglio dei Tassi della Fed
Il rapporto sull’occupazione negli Stati Uniti, peggiore delle attese, ha riacceso le speranze per un doppio taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed). Ad aprile sono stati creati 175.000 posti di lavoro in più rispetto a marzo, contro una stima di 240.000. Questo dato suggerisce che ‘non c’è un fermento dell’economia tale da mantenere l’inflazione persistentemente alta’, come spiegato dagli analisti di Carson Group.
In base ai future sui tassi d’interesse, ora sono previsti due tagli di 25 punti base entro la fine dell’anno, contro un’unica riduzione prevista prima della pubblicazione del rapporto sul lavoro. La disoccupazione è salita dal 3,8% al 3,9%, mentre i salari orari medi sono aumentati di 7 centesimi, raggiungendo i 34,75 dollari.
Contrazioni nel Settore dei Servizi negli Stati Uniti
L’attività economica nel settore dei servizi negli Stati Uniti è tornata in contrazione ad aprile. L’indice Ism servizi, che misura la performance del terziario, è sceso da 51,4 a 49,4 punti, con le attese che erano per un dato a 52. Questo è il quarto mese in contrazione negli ultimi 169 mesi. La componente sull’occupazione all’interno dell’indice è diminuita da 48,5 a 45,9, segnalando ulteriori difficoltà nel mercato del lavoro.
L’indice relativo ai nuovi ordini è sceso da 54,4 a 52,2, mentre l’indice sui prezzi è salito da 53,4 a 59,2 punti, indicando pressioni inflazionistiche. L’ultimo mese in cui l’indice Ism servizi era sceso sotto i 50 punti era stato il dicembre 2022.
Performance Contrastanti nelle Banche e nelle Utilities
Le banche hanno mostrato performance contrastanti, con Unicredit in calo del 3,6% e la Popolare di Sondrio in aumento del 2,9%. In positivo anche Inwit e Recordati, che hanno registrato rispettivamente un +2,2% e un +3,4%. Le utilities sono state tra le protagoniste della settimana, con un incremento dell’1,3% a livello europeo, grazie anche al G7 sull’Energia tenutosi a Torino.
In particolare, il Ftse Mib ha visto brillare Erg (+3,1%) e A2A (+3,9%), quest’ultima la migliore della settimana, grazie alle attese degli analisti per un rialzo della guidance 2024, favorito dalle forti precipitazioni nevose che stanno incrementando la produzione idroelettrica.
Revisione dei Dati di Marzo e Febbraio
I dati sull’occupazione di marzo sono stati rivisti al rialzo da 303.000 a 315.000, mentre quelli di febbraio sono stati corretti da 270.000 a 236.000, per un totale di 22.000 posti di lavoro in meno rispetto a quanto comunicato in precedenza. Nei 12 mesi precedenti ad aprile, la media mensile era stata di 242.000 posti di lavoro creati.
La partecipazione della forza lavoro è rimasta stabile al 62,7%, ancora distante di 0,7 punti percentuali dai livelli pre-pandemia di febbraio 2020. La settimana media lavorativa è diminuita di 0,1 ore, attestandosi a 34,3 ore.
Implicazioni per il Mercato Azionario
Le implicazioni di questi dati per il mercato azionario sono significative. La debolezza del mercato del lavoro e le contrazioni nel settore dei servizi potrebbero spingere la Fed a rivedere la sua politica monetaria, con possibili tagli ai tassi di interesse entro la fine dell’anno. Questa prospettiva ha già iniziato a influenzare i mercati, con gli investitori che cercano di anticipare le mosse della banca centrale.
Nel frattempo, il calo dei prezzi del petrolio ha avuto un impatto negativo su aziende come Eni, mentre il settore tecnologico ha risentito delle difficoltà di St, che ha perso il 3,8% nonostante il rimbalzo nell’ultima seduta grazie ai conti positivi di Apple.