Roberto Salis: tra dibattiti politici e la difesa di Orban
La figura paterna di Roberto Salis emerge in una luce particolare nell’ambito del dibattito pubblico. Padre dell’attivista Ilaria Salis, detenuta in Ungheria con l’accusa di lesioni aggravate, si mostra sui social come un liberale a tutto tondo, che non teme di esporre le proprie opinioni, anche quando queste risultano divergenti da quelle della figlia. “Io sono liberale e non ho nulla da nascondere”, dichiara Salis, affrontando con coraggio l’eco dei suoi commenti pro Orban che hanno solcato la rete.
Il suo profilo su X, piattaforma succeditrice di Twitter, si anima di riflessioni e argomentazioni su vari temi, dalla politica allo sport, dalla giustizia al cinema. Si distingue per la coerenza delle sue posizioni, anche quando queste si scontrano con le ideologie più accettate dal mainstream contemporaneo.
La difesa di Viktor Orban
Nel settembre del 2022, Roberto Salis si esponeva in difesa del premier ungherese, Viktor Orban, criticando l’atteggiamento dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia. “È una bieca vendetta immotivata verso Orban reo di aver osato mettere in discussione la posizione Ue”, sosteneva con decisione su X, scagliandosi contro una percezione che reputava ingiusta e unilateralmente punitiva.
Non mancano le frecciate a esponenti del panorama politico italiano. Quando un utente mette in luce il percorso accademico dell’attuale ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, Salis non esita a rilanciare, paragonando ironicamente il caso con quello di Massimo D’Alema. “D’Alema non ha neppure una laurea telematica. Vostro onore ho finito anch’io!”, replica con una punta di sarcasmo.
Riflessioni sulla Costituzione e sul cambiamento climatico
Il dibattito si estende poi al tema della Costituzione italiana. In risposta a un commento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, circa la non eternità delle leggi fondamentali, Salis ribadisce la natura evolutiva del contratto sociale: “La Costituzione è un accordo della comunità sulle regole del gioco. Se la comunità ritiene che le regole non vanno più bene si cambiano!”.
Le sue considerazioni spaziano anche sul delicato tema dei cambiamenti climatici, dove espone una visione che si discosta dalle posizioni più allarmistiche. Citando Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia, Salis afferma: “Il cambiamento climatico è un fatto positivo! Se il clima non cambiasse la vita cesserebbe!”. Si pone così in contrasto con la narrazione predominante, in un ambito dove il dibattito è spesso polarizzato.
Contrasti e questioni internazionali
Non si tira indietro nemmeno quando si tratta di affrontare questioni internazionali, come la situazione in Palestina. “Ma se sono 75 anni che si cerca di attuare la teoria dei due popoli due stati senza riuscirci non vi viene in mente che forse non è una buona idea e bisogna trovare un’altra soluzione?”, si chiede, mettendo in discussione il paradigma di lungo corso senza timori reverenziali.
Quando poi si passa al campo della cultura e del cinema, Roberto Salis non esita a criticare le scelte di finanziamento pubblico. Commentando il caso del film “C’è ancora un domani”, che non ha ricevuto sussidi statali nonostante il successo al botteghino, si scaglia contro l’uso delle risorse pubbliche: “Per quale motivo lo Stato dovrebbe sussidiare un’attività che, dal risultato del botteghino, non ha bisogno di alcun sussidio? Ma perché vi piace così tanto sprecare denaro pubblico?”, interroga con una nota di biasimo verso le politiche di sovvenzionamento indiscriminato.
La vicenda di Ilaria Salis
Le posizioni di Roberto Salis acquistano rilievo in un contesto particolare, quello della detenzione della figlia Ilaria in Ungheria. Ilaria Salis, attivista di 39 anni, è stata arrestata con l’accusa di lesioni aggravate nei confronti di alcuni manifestanti di estrema destra durante un episodio avvenuto a Budapest l’11 febbraio 2023. La sua situazione ha scatenato reazioni e dibattiti, non solo per l’accusa in sé ma anche per le implicazioni politiche e diplomatiche che ne conseguono.
Il contrasto tra le visioni di padre e figlia non passa inosservato, delineando un quadro familiare dove il confronto politico non conosce barriere generazionali. La dinamica all’interno della famiglia Salis diviene metafora di un’Italia che si interroga e si confronta, spesso aspramente, sul proprio futuro e sui valori che intende portare avanti.
Il caso di Ilaria Salis rimane attualmente sotto osservazione, mentre i commenti e le posizioni di suo padre continuano a sollevare interrogativi e a generare dialogo. In un’epoca dove le opinioni si scontrano e si fanno spazio tra i trend dei social media, la vicenda di Ilaria e le dichiarazioni di Roberto Salis si intrecciano in una narrazione che va oltre il personale, diventando specchio delle tensioni e delle sfide del nostro tempo.
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