![Tensioni tra studenti e forze dell'ordine a Parigi: occupazione e repressione a Sciences Po 1 20240514 193903](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/05/20240514-193903.webp)
Parigi è stata nuovamente teatro di tensioni tra studenti e forze dell’ordine. Mercoledì mattina, la polizia è intervenuta per sgomberare con la forza gli studenti pro-Palestina che avevano occupato l’università Sciences Po. L’occupazione era iniziata il giorno precedente in risposta a un incontro tra l’amministrazione dell’ateneo e il corpo studentesco.
L’assemblea, convocata su richiesta degli studenti durante i primi giorni di occupazione, era vista come una parziale vittoria e un’apertura al dialogo. Tuttavia, questa speranza è stata presto delusa.
Le richieste degli studenti
«Purtroppo l’assemblea è stata una farsa», racconta Pierre (nome di fantasia), uno studente di Sciences Po che partecipa alle mobilitazioni del Comitato di Solidarietà per la Palestina. «Doveva essere l’occasione per l’amministrazione e la comunità di Sciences Po di discutere insieme sulle nostre richieste e sulla risposta di Sciences Po alla situazione in Palestina, invece la postura dell’amministrazione è stata quella di una totale indisponibilità ad ascoltarci o aprire ulteriormente un dialogo».
Tra le principali richieste del Comitato di Solidarietà per la Palestina, vi era la creazione di un comitato investigativo sui partenariati tra Sciences Po e le università israeliane. Una questione su cui il direttore ad interim Jean Bassères ha ribadito che non ci sarebbe stata alcuna apertura.
La seconda occupazione
«Eravamo estremamente delusi dalla situazione e abbiamo deciso di occupare nuovamente l’università per rilanciare le nostre richieste» prosegue Pierre. Oltre un centinaio di studenti ha quindi passato la notte nella storica sede dell’ateneo. «Eravamo molti di più della settimana scorsa».
La mattina successiva, gli studenti hanno ricevuto un ultimatum dall’amministrazione: se entro venti minuti non avessero accettato di smobilitare e rinunciare a qualsiasi forma di mobilitazione per il resto dell’anno, la polizia sarebbe intervenuta. Verso le 11 del mattino, per la seconda volta in poco più di una settimana, la polizia ha fatto irruzione a Sciences Po.
L’intervento della polizia
«Una parte di noi ha deciso di uscire in gruppo prima dell’ingresso della polizia, un’altra parte di noi si è seduta nella hall, continuando la protesta in maniera pacifica, incrociando le braccia e aspettando la polizia» racconta Pierre. L’amministrazione ha poi chiuso l’accesso al campus.
Oltre a Sciences Po a Parigi, anche la sede di Sciences Po a Lione è stata sgomberata a forza e chiusa. Mobilitazioni si sono verificate anche a Lille e Saint-Etienne. Nelle ultime settimane, le proteste degli studenti contro la strage di Gaza sono diventate sempre più numerose e sempre più partecipate, sia negli Stati Uniti che in Europa.
Una situazione senza precedenti
In Francia, molte università sono state teatro di proteste e occupazioni, oltre a Sciences Po anche la Sorbona di Parigi. La maggior parte di queste mobilitazioni sono state sgomberate tempestivamente dalla polizia. «È una situazione senza precedenti: dopo qualche ora in cui gli studenti non cedono a tutte le richieste dell’università, arrivano le forze dell’ordine», dice Pierre. «A Sciences Po questa cosa non era mai successa, ma da quando si è cominciato a parlare di Palestina è successo due volte in due settimane».
Nel pomeriggio, una manifestazione è stata organizzata a Place du Panthéon su appello di diversi sindacati studenteschi. Le tensioni tra gli studenti e l’amministrazione universitaria sembrano lontane dall’essere risolte, con le richieste degli studenti che rimangono inascoltate e la repressione delle proteste che continua a intensificarsi.