![Omicidio a Milano: la tragica faida tra famiglie rom che ha sconvolto la città 1 20240514 155945](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/04/20240514-155945.webp)
Tragica faida tra famiglie rom a Milano: un giovane vita spezzata
La notte tra il 25 e il 26 aprile 2024 è stata teatro di un tragico evento che ha scosso la comunità di Milano. Jhonny Sulejmanovic, un giovane bosniaco di 18 anni, è stato brutalmente assassinato mentre dormiva in un Fiat Ducato parcheggiato in via Varsavia. Al suo fianco, nel momento dell’aggressione, vi era la moglie Samantha, incinta. L’assalto è stato fulmineo e letale: i vetri del furgone sono stati infranti e, non appena Jhonny è uscito per capire cosa stesse accadendo, è stato colpito da almeno tre colpi di pistola. I responsabili, almeno quattro individui, si sono dati alla fuga a bordo di un’auto, lasciando dietro di sé una scena di caos e disperazione.
Una faida radicata e violenta
Le indagini preliminari suggeriscono che questo omicidio possa essere l’apice di una faida tra famiglie nomadi, in particolare tra i Sulejmanovic e i Salkanovic. Questa rivalità sarebbe stata alimentata da una serie di eventi violenti, tra cui un’aggressione avvenuta a Torino, dove un uomo di 64 anni, anch’egli di cognome Sulejmanovic, è stato malmenato. In quel frangente, una donna incinta venne colpita e, tragicamente, perse il bambino. Le tensioni tra le due famiglie sembrano essere state annunciate e alimentate anche attraverso i social media, con un video pubblicato su TikTok che parlava di vendetta tra queste ‘famiglie potenti’ della comunità.
Un agguato premeditato
L’omicidio di Jhonny non sembra essere stato un atto impulsivo. Samantha, la moglie della vittima, ha rivelato che nel corso della giornata precedente al delitto, alcuni individui avevano cercato di avvicinare suo marito, invitandolo a uscire per bere. Consigli che ella, preoccupata, aveva suggerito di ignorare. Questi dettagli evidenziano come l’agguato fosse stato pianificato con cura, nonostante la presenza di numerosi testimoni potenziali, tra cui i parenti della vittima e gli operai dell’Ortomercato, già attivi nelle vicinanze a quell’ora.
La ricerca della giustizia
Il luogo dell’aggressione, segnato da frammenti di vetro e bossoli calibro 7.65, testimonia la violenza dell’attacco subito da Jhonny Sulejmanovic. La sua famiglia, che non risiede nel campo nomadi di via Bonfadini, poco distante dal luogo dell’omicidio, ora si trova a dover affrontare il dolore e la ricerca di giustizia per la perdita del loro caro. L’episodio ha riacceso l’attenzione sulla questione della violenza tra le comunità rom e sulla necessità di trovare soluzioni per prevenire ulteriori tragedie.
La comunità in cerca di risposte
La morte di Jhonny Sulejmanovic ha lasciato una profonda ferita nella comunità di Milano, sollevando interrogativi sulla capacità delle autorità di prevenire e gestire i conflitti interni alle comunità nomadi. L’escalation di violenza tra le famiglie Sulejmanovic e Salkanovic rappresenta un campanello d’allarme sulle dinamiche sociali che possono sfociare in tragedie. La città, ora, attende risposte e azioni concrete per garantire la sicurezza e la convivenza pacifica tra le sue diverse comunità.
Un appello alla pace
Il tragico destino di Jhonny Sulejmanovic pone in rilievo la necessità urgente di dialogo e riconciliazione tra le famiglie coinvolte nella faida. La comunità rom, insieme alle autorità locali e alle organizzazioni civili, è chiamata a lavorare insieme per superare l’odio e la violenza che hanno condotto a questo infausto evento. Solo attraverso la comprensione reciproca e l’impegno congiunto sarà possibile costruire un futuro di pace e sicurezza per tutti i membri della società.