Il prezzo del caffè al bar continua a salire: verso i 2 euro a tazzina?
Il momento del caffè al bar, rito imprescindibile per milioni di italiani, sta diventando sempre più costoso. Secondo le ultime rilevazioni effettuate dal Mimit e analizzate da Assoutenti, il prezzo medio di una tazzina di caffè nelle principali città italiane ha raggiunto 1,20 euro, con punte che sfiorano 1,40 euro in alcune località. Un trend in preoccupante aumento che potrebbe presto portare il costo medio a 2 euro per caffè, secondo quanto allarmato dagli importatori e torrefattori.
Il caro-caffè sembra essere alimentato da una “tempesta perfetta” di fattori. L’associazione nazionale torrefattori, Altoga, evidenzia come, negli ultimi sei mesi, le quotazioni di borsa del caffè Robusta abbiano subito un incremento del 90%, mentre quelle della varietà Arabica del 55%. Questa impennata dei prezzi è attribuibile a diversi fattori, tra cui la contrazione dell’offerta da parte del Vietnam, le avverse condizioni meteorologiche in Brasile, un tasso di cambio sfavorevole e la necessità di evitare il passaggio nel Mar Rosso, con conseguenti aumenti dei tempi e dei costi di percorrenza.
Le ragioni dietro l’aumento dei prezzi
La situazione attuale vede, quindi, un incremento dei costi di importazione del caffè fino al 50% in più rispetto a soli sei mesi fa. Questa escalation nei prezzi all’ingrosso inevitabilmente si riflette sul consumatore finale, il “signor Mario” che ogni mattina si reca al bar per il suo caffè espresso, il quale ha già assistito a continui aumenti negli ultimi anni. Assoutenti calcola che il prezzo medio di una tazzina al bar si attesti oggi a 1,18 euro, con un aumento del 14,9% rispetto al 2021, quando il costo medio era di 1,03 euro.
Analizzando i dati per città, Bolzano si attesta come la città con il caffè più caro, con un prezzo medio di 1,38 euro per tazzina, seguita da Trento. Al contrario, Catanzaro si posiziona come la città più economica, con un prezzo medio di 0,99 euro, superando persino Napoli. Tuttavia, se si confrontano i listini attuali con quelli del 2021, emerge che la provincia che ha subito i maggiori rincari è Pescara, con un aumento del +28%, seguita da Bari con il +24,4%.
Le prospettive future e le possibili soluzioni
Di fronte a questa situazione, gli esperti del settore non nascondono la loro preoccupazione per le prossime mosse del mercato. Le previsioni non sono delle più rosee, con una tendenza al rialzo che sembra non arrestarsi. La domanda che sorge spontanea è come i consumatori reagiranno a questi continui aumenti e quali strategie potranno essere adottate per contenere il fenomeno. La situazione richiede un’attenzione particolare da parte degli operatori del settore, che sono chiamati a trovare un equilibrio tra la necessità di coprire i costi in aumento e la volontà di mantenere accessibile il prezzo di uno dei prodotti più amati dagli italiani.
La sfida che si prospetta per il futuro è dunque duplice: da un lato, garantire la sostenibilità della filiera produttiva del caffè, dall’altro, salvaguardare il potere d’acquisto dei consumatori, evitando che il piacere quotidiano di un caffè al bar diventi un lusso per pochi. La risposta a questa sfida passerà inevitabilmente attraverso una collaborazione più stretta tra produttori, distributori e consumatori, alla ricerca di soluzioni condivise che possano mitigare l’impatto dei rincari sulle tasche degli italiani.
In conclusione, il settore del caffè espresso al bar si trova a dover navigare in acque turbolente, con molteplici sfide da affrontare. L’incremento dei costi di produzione e importazione, unito alle difficoltà logistiche internazionali, pone seri interrogativi sul futuro del settore. Resta da vedere se e come torrefattori, importatori e baristi riusciranno a trovare un punto di equilibrio che consenta di continuare a offrire il caffè a prezzi accessibili, senza compromettere la qualità e la tradizione che da sempre caratterizzano l’espresso italiano.