Attesa per la Fed: mercati in calo, Samsung e Cina sotto i riflettori
Nella giornata di oggi, 31 gennaio, l’attenzione degli investitori è rivolta verso la conclusione della riunione di politica monetaria della Federal Reserve, con le aspettative che si concentrano sulle dichiarazioni del presidente Powell circa le future mosse dell’istituto centrale. I mercati finanziari mostrano segni di tensione, e i listini chiudono in calo in previsione di questo appuntamento ritenuto cruciale.
Una delle ragioni di questa cautela è rappresentata dalla riduzione delle scommesse su un possibile taglio del costo del denaro da parte della Fed già a marzo. Attualmente, il mercato dei bond suggerisce una probabilità su tre che ciò possa avvenire. Incertezze derivano anche dalle performance non ottimali dei mercati cinesi, con l’attività manifatturiera che continua a registrare una contrazione già per il quarto mese consecutivo, come rivelato dall’indice Pmi. A contribuire al clima di incertezza, anche i risultati di Samsung che ha evidenziato un significativo calo di utili e ricavi.
Europa e USA: segnali contrastanti
Nonostante il quadro generale di preoccupazione, le Borse europee proseguono in terreno positivo, seguendo la scia lasciata da Wall Street, che ha visto il Dow Jones guadagnare lo 0,17%. Il comparto immobiliare e le utility hanno registrato incrementi, beneficiando anche di un aumento nel prezzo del gas. Sia le banche che le assicurazioni mostrano un andamento positivo, in vista dei risultati finanziari e di possibili maggiori ricavi derivanti da uno slittamento del taglio dei tassi di interesse.
La situazione a Wall Street è più variegata con il Nasdaq che scivola dell’1% a causa delle preoccupazioni legate all’aumento dei costi dell’intelligenza artificiale, che hanno pesato particolarmente sui titoli di megacap e chip. Alphabet ha subito una battuta d’arresto del 5,4% dopo risultati non all’altezza delle aspettative per quanto riguarda le vendite pubblicitarie durante le festività natalizie, nonostante Microsoft abbia mostrato un rialzo dell’1,3% grazie a buoni risultati trimestrali.
Inflazione e dati economici: indicatori macroeconomici
I dati macroeconomici mostrano un rallentamento dell’inflazione in Germania e Francia nel mese di gennaio, un segnale che potrebbe influenzare le decisioni della Fed. In particolare, in Germania l’inflazione è scesa al 2,9% su base annua, il tasso più basso da giugno 2021, mentre in Francia si è attestata al 3,1%. Questi dati potrebbero incidere sul sentiment degli investitori relativamente al potenziale taglio dei tassi nel corso dell’anno.
Altri indicatori economici che influenzano i mercati sono la creazione di posti di lavoro nel settore privato negli Stati Uniti, risultata inferiore alle previsioni, e il calo del fatturato dell’industria italiana a novembre. Questi fattori, accompagnati dalle perdite nel prezzo del petrolio e da un aumento del tasso di disoccupazione in Germania, contribuiscono a creare un clima di prudenza tra gli investitori.
Asia e petrolio: tensioni e cali
Le borse asiatiche chiudono prevalentemente in ribasso, escludendo Tokyo, con gli occhi puntati alle decisioni della Fed. La situazione di Evergrande e le difficoltà dell’economia cinese hanno un impatto negativo sul sentiment del mercato. L’indice Hang Seng di Hong Kong ha registrato un calo significativo, chiudendo ai minimi da inizio 2009.
I prezzi del petrolio si trovano sotto pressione, con il Wti e il Brent che segnano cali. Questo movimento riflette la cautela degli investitori in risposta ai recenti dati macroeconomici e alle incertezze legate alla politica monetaria della Fed, così come le condizioni deboli di domanda del principale importatore di greggio al mondo, la Cina.
Impatto sulle esportazioni e settore tecnologico
La Cina ha superato il Giappone come primo esportatore mondiale di automobili nel 2023, un traguardo raggiunto grazie alla sua flotta di produttori di veicoli elettrici. Questo dato riflette il crescente peso della Cina nell’industria automobilistica globale.
Di contro, Samsung Electronics ha chiuso il 2023 con un utile netto in calo del 72,2%, segnando un forte arretramento rispetto all’anno precedente. Questi risultati sottolineano le sfide che il settore tecnologico sta affrontando in un contesto di crescente competizione e cambiamenti nei paradigmi di consumo e produzione.
L’attività produttiva in Cina mostra segnali di recupero a gennaio, sebbene il settore manifatturiero continui a registrare una contrazione. I servizi, però, crescono, portando il Pmi Composite in accelerazione, un segnale che potrebbe indicare una tendenza di miglioramento per l’economia cinese nonostante le numerose sfide che deve affrontare.