La BCE si prepara a una svolta sui tassi? Le previsioni degli esperti
Il dibattito sull’andamento dei tassi di interesse in Europa si intensifica alla luce delle ultime dichiarazioni e dei dati economici. Michael Field, European market strategist di Morningstar, evidenzia una riduzione sostanziale dell’inflazione, ormai vicina ai livelli target delle banche centrali. Questo scenario apre la strada a possibili tagli dei tassi di interesse, a condizione che l’inflazione rimanga sotto controllo.
Le aspettative di un’imminente azione da parte della Banca Centrale Europea (BCE) sono alimentate anche da dichiarazioni interne. Pablo Hernandez de Cos, governatore della banca centrale spagnola, prevede una possibile riduzione dei tassi già a giugno. Anche il governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha menzionato un taglio “moderato” imminente questa primavera.
Il confronto con la politica monetaria statunitense
La BCE, tuttavia, si muove con cautela, soprattutto in confronto alla Federal Reserve degli Stati Uniti. Il capo della banca centrale finlandese, Olli Rehn, sottolinea l’indipendenza della BCE, affermando che “la BCE non è il 13° distretto federale della Fed”. Questa posizione è supportata da Robert Holzmann, governatore della banca centrale austriaca, che rileva una crescita economica europea più lenta rispetto a quella americana, suggerendo che l’Europa potrebbe precedere gli USA nel taglio dei tassi.
La differenza nei ritmi di crescita e nelle politiche monetarie tra Europa e Stati Uniti potrebbe allargare il divario dei tassi di interesse tra le due aree, influenzando i tassi di cambio, i flussi di capitale e l’inflazione. Nonostante ciò, investitori ed esperti osservano con scetticismo la proclamata indipendenza della BCE.
Le indicazioni dell’inflazione e le previsioni economiche
Recentemente, Eurostat ha annunciato che l’inflazione nell’Eurozona è scesa al 2,4% su base annua a marzo, un dato migliore delle aspettative. Questo calo dell’inflazione, insieme alla riduzione dell’inflazione di fondo al 2,9%, rafforza l’idea che la BCE potrebbe essere vicina a un taglio dei tassi di interesse. Michael Field di Morningstar, commentando i dati, suggerisce che l’economia europea si trova in una condizione “Goldilocks”, né troppo “calda” né troppo “fredda”, il che potrebbe beneficiare di uno stimolo monetario.
La Banca nazionale svizzera (BNS) è stata la prima grande banca a sorprendere con un taglio dei tassi a marzo, segnalando un sempre più ampio consenso verso la necessità di un allentamento monetario nell’area euro. Con la disinflazione che continua ad accelerare, i responsabili delle politiche della BCE vedono confermate le loro azioni e si avvicinano alla giustificazione per un’imminente politica di allentamento.
Impatti sui mercati e previsioni future
Nel contesto attuale, gli analisti prevedono un maggiore allentamento da parte della BCE rispetto agli Stati Uniti, con implicazioni significative per i rendimenti obbligazionari e i tassi di cambio. La preferenza per il dollaro USA rispetto all’euro e ad altre valute europee si basa sulla previsione di una continua espansione economica negli USA.
In Germania, il calo più marcato dell’inflazione a marzo ha sorpreso gli osservatori, portando il tasso d’inflazione al 2,2% e avvicinandolo al target del 2%. Anche se l’inflazione di fondo rimane elevata, la tendenza positiva in Germania e nell’intera Eurozona potrebbe incoraggiare la BCE a procedere con un’inversione di tendenza sui tassi di interesse già a giugno.
Nonostante le incertezze, un taglio dei tassi di interesse di 50-100 punti base entro l’anno sembra ormai una realtà concreta. Gli investitori nel mercato obbligazionario, in particolare, potrebbero trovarsi a reinvestire a tassi più bassi, una prospettiva che ha già indotto molti a rivedere le scadenze delle obbligazioni nei loro portafogli. La BCE, con le sue prossime mosse, potrebbe quindi giocare un ruolo cruciale nel plasmare le condizioni economiche e finanziarie dell’Eurozona nel prossimo futuro.