L’ambizioso obiettivo dell’Italia: produrre 1 milione di auto all’anno
La visione del governo Meloni per il settore automobilistico italiano è chiara e ambiziosa: raggiungere la soglia di produzione di 1 milione di automobili all’anno entro il 2030. Questo obiettivo, sebbene possa sembrare una reminiscenza di un antico sogno proletario trasformato in aspirazione governativa, rappresenta oggi una sfida di notevoli proporzioni, vista la situazione attuale del settore in Italia. Alla fine del 2023, nonostante un incremento del 15% rispetto all’anno precedente, l’Italia si è classificata all’ultimo posto tra i principali paesi europei produttori di veicoli, con soli 752 mila veicoli costruiti.
Di fronte a una tale realtà, l’obbiettivo di produrre un milione di veicoli annui sembra un traguardo arduo. Le statistiche indicano una riduzione significativa della produzione automobilistica italiana nel corso degli anni, con un calo del 61,9% tra il 2000 e il 2023. Questo declino, insieme alle prospettive di una possibile contrazione delle vendite nel mercato europeo, pone in evidenza le sfide che il settore deve affrontare per realizzare le ambizioni del governo.
La resilienza del settore automobilistico italiano
Nonostante le difficoltà, il settore automobilistico italiano non è privo di risorse. Nel 2021, le 2.329 imprese produttrici di autoveicoli operanti in Italia hanno generato un fatturato di 68,5 miliardi di euro, rappresentando il 6,4% dei ricavi dell’intera manifattura italiana. Il Paese vanta una forza lavoro altamente specializzata e designer di fama mondiale, elementi che potrebbero giocare un ruolo cruciale nella trasformazione e rilancio del settore.
Tuttavia, le difficoltà nel dialogo con Stellantis, il gruppo che domina la produzione automobilistica in Italia, complicano i piani di crescita e riconversione industria. Gli oneri energetici e di gestione degli impianti italiani, quasi doppi rispetto a quelli di altri paesi come la Spagna, rappresentano un ulteriore ostacolo alla competitività del settore.
La ricerca di nuovi investitori e il futuro dell’elettrificazione
Per superare queste sfide, il governo italiano esplora la possibilità di attrarre investimenti da costruttori stranieri, cercando di diversificare la base produttiva del Paese e ridurre la dipendenza da Stellantis. Sebbene siano stati segnalati interessamenti da parte di diversi marchi, finora, realtà come BYD e Chery hanno preferito investire in altri paesi europei come l’Ungheria e forse la Spagna.
L’incertezza riguarda anche il futuro dell’elettrificazione nel settore automobilistico italiano. Nonostante il governo abbia stanziato 14 miliardi di euro per l’automotive, le prospettive per gli stabilimenti di Pomigliano e Mirafiori, così come per l’intero processo di conversione verso l’elettrico, rimangono poco chiare. Questa transizione rappresenta una variabile determinante per le future dinamiche del settore, in particolare in relazione alla temuta contrazione dell’occupazione.
In conclusione, mentre l’obiettivo di produrre 1 milione di automobili all’anno entro il 2030 si dimostra ambizioso e ricco di sfide, la resilienza e le capacità del settore automobilistico italiano potrebbero rappresentare un punto di forza nella realizzazione di questa visione. La strada da percorrere è tuttavia impervia, richiedendo non solo un impegno concreto da parte degli attori industriali e governativi, ma anche la capacità di adattarsi e innovare in un settore in rapida evoluzione.