Cos’è la vicenda del “dossieraggio” su politici e personaggi noti
Negli ultimi giorni molti giornali si sono occupati dell’inchiesta della procura di Perugia che ha coinvolto 16 persone, tra cui un tenente della Guardia di Finanza, Pasquale Striano, e il magistrato Antonio Laudati. Questi due individui sono stati accusati di accedere in modo improprio alle informazioni riservate di politici e personaggi noti. L’accusa sostiene che abbiano utilizzato le banche dati della direzione nazionale antimafia per ottenere dettagli e informazioni personali su centinaia di individui, in particolare esponenti politici. Inizialmente, l’inchiesta era nota sin dall’agosto del 2023, quando diversi giornali avevano riportato l’indagine nei confronti di Striano e del loro presunto coinvolgimento nel meccanismo di accesso ai database della direzione nazionale antimafia. Recenti sviluppi hanno portato alla luce ulteriori dettagli, inclusa una lista dettagliata di politici e personaggi ‘spiati’ e il coinvolgimento di tre giornalisti del quotidiano Domani a cui Striano forniva informazioni sensibili.
Le accuse e le incertezze dell’inchiesta
Striano e Laudati affrontano accuse di falsificazione, accesso abusivo a sistemi informatici e abuso di ufficio. Tuttavia, molti dettagli rimangono oscuri in questa vicenda. Nonostante i media abbiano parlato di ‘dossieraggio’, termine spesso associato alla raccolta di informazioni per scopi ricattatori, la procura di Perugia non ha ancora chiarito le motivazioni dietro gli oltre 800 accessi compiuti da Striano ai sistemi informatici. Al momento, non sembra ci siano implicazioni finanziarie, poiché nessuno degli indagati è accusato di corruzione.
L’inchiesta è stata avviata inizialmente dalla procura di Roma in seguito a un esposto presentato da Guido Crosetto, ministro della Difesa, dopo che il quotidiano Domani aveva rivelato i compensi che aveva ricevuto per alcune consulenze. Crosetto aveva sollevato il dubbio di un possibile conflitto di interessi poiché alcune consulenze erano proseguite anche dopo la sua nomina a ministro. Anziché querelare il giornale per diffamazione, Crosetto aveva chiesto all’autorità di indagare sull’accesso alle informazioni riservate.
Striano operava nell’ufficio delle segnalazioni di operazioni sospette, che vengono trasmesse alle autorità competenti per contrastare il riciclaggio di denaro e le attività criminali. Secondo le indagini dei giornali, Striano avrebbe cercato informazioni su vari membri del governo in momenti chiave, come l’annuncio dei ministri da parte di Giorgia Meloni nel 2022. Oltre ai politici, sembra che Striano abbia acceduto anche alle informazioni riservate di personaggi noti dello sport e dello spettacolo, utilizzando il sistema informatico della direzione nazionale antimafia come una sorta di motore di ricerca avanzato.
Le implicazioni e i retroscena dell’inchiesta
Le indagini hanno rivelato che Striano avrebbe condiviso queste informazioni riservate con diverse persone, tra cui giornalisti e un investigatore privato. Tuttavia, rimane incerto se Striano abbia agito di sua spontanea volontà o su richiesta altrui. Un aspetto controverso è emerso quando la polizia giudiziaria ha ritardato il sequestro del computer e dello smartphone di Striano, permettendogli di eliminare alcune comunicazioni compromettenti.
In seguito alle indagini, è emerso che il magistrato Antonio Laudati potrebbe essere coinvolto in controlli simili con lo stesso sistema informatico. Questo ha portato il caso alla procura di Perugia, competente per le indagini che coinvolgono magistrati in servizio a Roma. Laudati, con un passato controverso e episodi di attrito con altri magistrati, è stato al centro di polemiche in passato per presunti tentativi di influenzare indagini sensibili.
Domani ha sottolineato che le accuse mosse dalla procura non includono ricerche su informazioni finanziarie o segnalazioni di operazioni sospette, ma si concentrano su ordinanze di custodia cautelare e informative già disponibili agli inquirenti. Il giornale ha difeso il diritto dei giornalisti di pubblicare informazioni di interesse pubblico, sottolineando che il loro lavoro è quello di ottenere e verificare notizie sensibili sui potenti per renderle pubbliche. La vicenda continua a sollevare interrogativi sulla privacy, l’accesso improprio alle informazioni e l’etica giornalistica.