Forza Italia: Il Primo Congresso Nazionale e l’Acclamazione dei Dirigenti
Il primo vero congresso nazionale di Forza Italia, trent’anni dopo la sua fondazione e a seguito della scomparsa del fondatore, si è concluso con un’acclamazione dei nuovi dirigenti. Nonostante la presenza dei seggi elettorali, i 1300 delegati hanno optato per un’elezione per acclamazione. L’unico candidato al ruolo di segretario nazionale, Antonio Tajani, è stato eletto insieme ai vice segretari Debora Bergamini, Roberto Occhiuto, Stefano Benigni e Alberto Cirio. Non c’è stata nessuna votazione o preferenza tra i candidati, con l’obiettivo di evitare che emergesse un nome rispetto agli altri.
La decisione di optare per un’acclamazione è stata vista come un segno di entusiasmo verso le scelte del gruppo dirigente. Il presidente della Regione Calabria e candidato alla vicepresidenza, Occhiuto, ha sottolineato che il voto non era decisivo data la parità tra candidati e l’assenza di alternative. L’assenza di una competizione serrata è stata interpretata come un modo per confermare la coesione interna al partito. Anche se la mancanza di votazioni potrebbe essere vista come un’opportunità persa, molti delegati hanno mostrato fiducia nei nuovi dirigenti e nelle scelte fatte durante il congresso.
Il Voto per Alzata di Mano e le Riflessioni dei Delegati
Durante il congresso, si è optato per un voto per alzata di mano, un vero e proprio plebiscito che ha richiamato alla memoria i tempi in cui Silvio Berlusconi guidava il partito. L’assenza di Marta Fascina, figura di spicco, ha caratterizzato i due giorni di riunione. Il senatore Francesco Silvestro ha sottolineato che, essendoci un solo candidato, la vittoria era scontata, affermando che ‘è ovvio che vinca la democrazia’. La decisione di non votare nemmeno per i vice segretari è stata accolta positivamente da vari esponenti del partito.
Alcuni delegati hanno espresso la loro fiducia nei candidati designati, considerando la non competizione come un segno di coesione interna. Il senatore e presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha enfatizzato la sua dedizione al partito, sottolineando che il partito è più importante delle singole persone. Anche la senatrice Licia Ronzulli ha riflettuto sul non voto, suggerendo che forse avrebbe potuto essere una giusta forma di riconoscimento per coloro che avevano partecipato al congresso. Tuttavia, la scelta di non votare è stata difesa da Maurizio Gasparri, che ha criticato coloro che guardano con disprezzo all’evento, affermando che ‘ora sul palco sta parlando il segretario della Cisl. Vi sto dando una notizia a voi che guardate all’immondizia’.