Processo Giulio Regeni: Giustizia per il ricercatore friulano
Il processo contro quattro ufficiali egiziani del Servizio segreto accusati del sequestro e dell’omicidio di Giulio Regeni è finalmente iniziato davanti alla I Corte d’Assise di Roma. Questo dibattimento rappresenta un momento cruciale, arrivato a oltre otto anni dalla tragica morte del ricercatore friulano, rapito, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. Tra i testi convocati per il processo figurano nomi di rilievo come il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, l’ex premier Matteo Renzi e altre figure chiave legate alla vicenda.
La decisione di avviare il processo è giunta dopo il pronunciamento del giudice per l’udienza preliminare Roberto Ranazzi, che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Sergio Colaiocco di rinviare a giudizio i quattro egiziani coinvolti. I quattro agenti della National Security imputati dovranno rispondere delle accuse di sequestro di persona pluriaggravato, e in uno dei casi anche di lesioni personali aggravate e omicidio aggravato. Questo passo significativo è stato reso possibile dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha finalmente sbloccato il processo, ritenendo inaccettabile la prolungata ‘paralisi’ dell’iter giudiziario per un reato così grave come quello della tortura.
La lotta per la verità e la giustizia
Giulio Regeni, come accuratamente ricostruito dalla procura di Roma a causa della scarsa collaborazione delle autorità egiziane, ha subito un destino terribile. Sequestrato, torturato e brutalmente ucciso nel 2016, il suo corpo martoriato è stato ritrovato pochi giorni dopo lungo un’autostrada. Nel corso del processo, la Presidenza del Consiglio si è costituita parte civile e ha richiesto un risarcimento di 2 milioni di euro in caso di condanna degli imputati. Questo processo rappresenta un punto cruciale per la famiglia di Regeni, che ha atteso giustizia per otto lunghi anni, dalla sera in cui Giulio inviò il suo ultimo messaggio prima di scomparire nel nulla.
L’anniversario della scomparsa di Regeni è stato per la famiglia un momento doloroso, con la sorella Irene che ha espresso il vuoto e il dolore di ‘otto anni senza mio fratello – una vita rubata’. La ricerca della verità e della giustizia per Giulio Regeni è un percorso lungo e difficile, segnato da ostacoli e ritardi, ma il processo in corso rappresenta una speranza di chiarezza e responsabilità per i crimini commessi ai danni del giovane ricercatore italiano.