Confiscato il Castello delle Cerimonie, rischia l’abbattimento: il duro colpo per i Polese
La Sonrisa, noto come il Castello delle Cerimonie, situato a San’t Antonio Abate, nel napoletano, è stato oggetto di una sentenza che ha scosso la famiglia Polese. La Corte di Cassazione ha stabilito la confisca del locale, rinomato per le sue apparizioni televisive su RealTime, e ha prescritto i reati contestati agli indagati. La vicenda iniziata nel 2011 si riferisce a presunti abusi edilizi su un’area di oltre 40mila metri quadri, con la struttura che ora passerà al patrimonio immobiliare del Comune di Sant’Antonio Abate. Rita Greco, moglie del defunto ‘Boss delle Cerimonie’ Tobia Antonio Polese, e Agostino Polese, condannati in primo grado nel 2016, vedono ora confermata la sentenza dalla Cassazione.
Preoccupazione per i lavoratori e il tessuto economico locale
La situazione più preoccupante riguarda il destino dei dipendenti de La Sonrisa, fondamentale fonte di reddito e occupazione per Sant’Antonio Abate. Con circa un centinaio di lavoratori tra fissi e stagionali, di cui 40 dipendenti stabili e 70 impiegati per eventi speciali, la struttura rappresenta un pilastro per l’economia locale. Fotografi, wedding planner e altri settori correlati rischiano di perdere un punto di riferimento lavorativo. Il sindaco, Ilaria Abagnale, ha espresso sorpresa per il verdetto, sottolineando l’importanza della struttura nel tessuto economico del territorio e per le centinaia di famiglie che ne traggono beneficio. Al momento, il Comune non ha ancora ricevuto notifiche ufficiali riguardo ai passi successivi da compiere, ma si impegna a seguire la sentenza con trasparenza e nel rispetto della legalità.
Ilaria Abagnale, sindaco di Sant’Antonio Abate, ha dichiarato: «È un verdetto inatteso che ci colpisce molto, poiché si tratta di una struttura ricettiva importante per il nostro territorio, inserita nell’economia e nel tessuto di Sant’Antonio Abate, punto di riferimento per tutta l’area e che da anni offre lavoro a centinaia di famiglie, non solo abatesi». La gestione futura del Castello delle Cerimonie potrebbe prevedere la demolizione totale o un utilizzo a fini di pubblica utilità, con impatti significativi sul giro d’affari e sull’occupazione generata dalla struttura.
La battaglia dei Polese e il ricorso alla Corte di Strasburgo
Ciro Polese, uno dei soci e proprietari, ha manifestato la delusione e l’intenzione di ricorrere alla Corte di Strasburgo per ottenere una valutazione imparziale. Polese ha dichiarato: «Riteniamo di aver subito un’ingiustizia, che forse la Cassazione non ha neanche letto le carte e che sia stata fatta una valutazione a senso unico. Stiamo considerando con gli avvocati cos’altro fare, credo che ci appelleremo alla Corte di Strasburgo, per essere valutati da una Corte imparziale. Siamo tutti avviliti, insieme alle nostre circa 300 famiglie che lavorano con noi tra diretto e indotto». La famiglia Polese, ora in una fase di incertezza, continua a gestire l’azienda nell’attesa di sviluppi futuri.
Il futuro del Castello delle Cerimonie rimane incerto, con il Comune che dovrà decidere se assegnare la struttura a privati tramite bando pubblico, escludendo così i titolari o membri della famiglia Polese. In alternativa, potrebbe optare per un’affitto a fini di pubblica utilità. Il confronto tra le autorità locali e la prefettura sarà cruciale per definire il destino della struttura e dei suoi dipendenti. La situazione si complica ulteriormente considerando il precedente di un ristorante confiscato e lasciato in gestione privata, garantendo all’ente locale un reddito tramite l’affitto del locale.