Pandoro-gate: Chiara Ferragni contro l’Antitrust
Chiara Ferragni, celebre influencer e imprenditrice nel settore della moda e lifestyle, ha deciso di fare ricorso contro l’Antitrust riguardo alla questione del cosiddetto ‘Pandoro-gate’. La vicenda ruota attorno alla donazione di 50 mila euro all’ospedale di Torino, pari al 25% del ricavato delle vendite di un’edizione speciale di pandori. Nelle 34 pagine del ricorso presentato al Tar, Ferragni ha contestato le multe inflitte alle società Tbs Crew e Fenice Srl, sostenendo che tali sanzioni siano state ‘del tutto sproporzionate rispetto alla gravità e alla durata della condotta’.
La controversia sulle donazioni e i ricavi
Secondo quanto dichiarato dal team legale dell’influencer, la questione centrale riguarda la destinazione della donazione derivante dalle vendite dei pandori. Nel contratto stipulato, era specificato che la donazione spettasse all’azienda Balocco, la quale avrebbe dovuto ricevere il 25% del ricavato totale. Tuttavia, i risultati delle vendite non hanno soddisfatto le aspettative, con un mancato raggiungimento dei target prefissati. Questo ha portato a una situazione in cui parte dei prodotti invenduti è stata successivamente distrutta, generando ulteriori polemiche e dibattiti sulle dinamiche commerciali in gioco.
La difesa dell’iniziativa benefica e la visibilità dell’ospedale
Nonostante le critiche e le contestazioni sollevate, Chiara Ferragni ha difeso con fermezza l’iniziativa benefica, sottolineando il ruolo positivo che essa ha avuto per l’ospedale torinese in termini di visibilità. I legali dell’influencer hanno evidenziato come la costante menzione dell’ospedale nei post e nelle storie pubblicate sui suoi canali social abbia contribuito in modo significativo alla promozione dell’istituzione sanitaria. Questo ha portato a una maggiore consapevolezza pubblica e a un aumento dell’attenzione verso le attività svolte dall’ospedale, grazie alla risonanza della figura di Chiara Ferragni e alla sua ampia platea di follower.