Tragedia in montagna: il runner Fabio Ferrari trovato senza vita
La comunità di Provaglio d’Iseo è stata scossa dalla tragica notizia del ritrovamento del corpo senza vita di Fabio Ferrari, il runner esperto e ben allenato, membro della società Atletica Franciacorta Oxyburn. Il suo decesso aggiunge un capitolo doloroso alla serie di incidenti mortali che hanno recentemente interessato gli appassionati di montagna.
Una scomparsa che ha mobilitato la comunità
Dopo il disperato appello lanciato sulla pagina Facebook della società Atletica Franciacorta Oxyburn, le operazioni di ricerca hanno visto impegnate numerose squadre di soccorso. Dalle ore 22 di domenica, volontari della protezione civile, tecnici del soccorso alpino, agenti della guardia di finanza, e diverse squadre dei vigili del fuoco si sono alternate nella perlustrazione del Monte Muffetto, l’ultima località in cui Ferrari era stato avvistato vivo.
Una vita dedicata allo sport e alla famiglia
Residente a Provaglio d’Iseo dal 2013, nella frazione di Fantecolo, Fabio Ferrari viveva con l’attuale moglie Natalia e il figlio di lei, Dmtry. Padre affettuoso di una ragazza, Metasebia, adottata durante il precedente matrimonio, l’uomo era un ingegnere apprezzato nella regione della Franciacorta. La sua passione per la corsa era ben conosciuta, tanto da portarlo ad essere un membro rispettato della comunità atletica locale.
Il recupero della salma e i preparativi per l’ultimo addio
Il corpo di Ferrari è stato recuperato grazie all’intervento dell’elicottero dei Vigili del Fuoco e restituito ai familiari dopo i necessari accertamenti. Il dolore ha toccato in maniera profonda non solo i familiari – la moglie Natalia, la figlia Metasebia, il figlio Dmtry, i genitori Adriana e Silvano, e il fratello Alberto – ma tutta la comunità che lo conosceva. La cerimonia funebre è stata programmata per venerdì 2 febbraio, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Fantecolo, dove amici, parenti e conoscenti potranno dare l’ultimo saluto a Fabio.
Una serie di incidenti mortali in montagna
La morte di Ferrari si inserisce in un contesto particolarmente triste per gli amanti della montagna. È, infatti, la terza vittima in pochissimi giorni. Nelle stesse ore in cui veniva ritrovato il suo corpo, le comunità di Bovezzo e di Bagnolo Mella si stringevano attorno alle famiglie di Sergio Bologna (44 anni) e Maurizio Vergolio (54 anni), deceduti in due separati incidenti sabato pomeriggio. Il fenomeno degli infortuni mortali in montagna sta diventando una preoccupante normalità, mettendo in allarme le autorità e gli appassionati del settore.
La risposta delle istituzioni e l’importanza della sicurezza
Di fronte a questa sequenza di eventi luttuosi, si solleva l’importanza di una maggiore consapevolezza riguardo la sicurezza in montagna. Seppur Ferrari fosse un runner esperto e in ottima forma fisica, il suo caso evidenzia come la montagna possa riservare insidie anche per i più preparati. Le istituzioni locali e le associazioni di categoria si stanno mobilitando per rafforzare le campagne di sensibilizzazione e migliorare i servizi di soccorso, nella speranza di prevenire ulteriori tragedie.
Un ricordo indelebile nella comunità
La scomparsa di Fabio Ferrari lascia un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia, ma in tutta la comunità di appassionati di corsa e montagna. Le espressioni di cordoglio si moltiplicano sui social network e nei confronti della famiglia colpita da questo lutto. Le memorie di chi lo conosceva lo ritraggono come un uomo appassionato, generoso e profondamente legato ai suoi cari. La sua figura rimarrà impressa nel cuore di chi ha avuto il privilegio di condividerne il cammino, sia esso stato percorso su sentieri di montagna o nei sentieri della vita quotidiana.