![Il nuovo capolavoro di Lanthimos: 'Povere creature!' sbarca nelle sale 1 20240131 221411](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/01/20240131-221411.webp)
Il nuovo capolavoro di Lanthimos: “Povere creature!” sbarca nelle sale
Il firmamento cinematografico brilla di una nuova stella: “Povere creature!” ha fatto il suo trionfale ingresso nelle sale cinematografiche questo 25 gennaio, portando con sé una valanga di nomination agli Oscar e l’eco di un successo già consacrato a Venezia. Il regista greco Yorgos Lanthimos si cimenta in un’ardua impresa, trasformando in immagini il romanzo culto di Alasdair Gray, ed esplorando nuove dimensioni narrative.
L’opera letteraria di Gray prende vita
Il romanzo di Gray, pubblicato nel 1992 e vincitore del Whitbread Novel Award, è stato da molti considerato un labirinto narrativo intraducibile in pellicola. La storia di Bella Baxter, interpretata da una magistrale Emma Stone, e del marito Max McCandless, si è rivelata una tela complessa da riportare sul grande schermo. Lanthimos, insieme allo sceneggiatore Tony McNamara, ha affrontato la sfida con ardore, attuando delle modifiche strutturali necessarie per l’adattamento cinematografico.
Una trasposizione con licenza artistica
Il libro, un insieme di memorie, lettere, e annotazioni varie, assume nelle mani di Lanthimos una forma più contenuta, focalizzandosi sulla prospettiva di Bella. “Abbiamo fatto uno cambio rispetto al romanzo visto che il film è esclusivamente dalla sua prospettiva”, ha dichiarato il regista, sottolineando la scelta di narrare l’avventura di Bella attraverso i suoi stessi occhi. Questo cambio di prospettiva è una delle differenze sostanziali tra il libro e il film e serve a guidare lo spettatore attraverso il viaggio emotivo e fisico della protagonista.
Un set senza confini
La scelta di Lanthimos di girare il film in Ungheria, ricreando ambientazioni surreali di città famose come Londra, Parigi e Lisbona, risponde a una volontà di rendere l’adattamento più favolistico e meno ancorato alle location originali descritte nel romanzo. Questa decisione è stata motivata anche dalla consapevolezza di Lanthimos che, in quanto greco, avrebbe trovato incoerente dirigere il film nelle vere ambientazioni scozzesi di Gray.
Un’architettura narrativa multimodale
Il romanzo si distingue per la sua struttura “multimodale”, come definita dallo stesso Gray, una caratteristica che lo rende unico nel suo genere, con l’uso di mappe, disegni anatomici e grafiche sperimentali. Queste peculiarità sono state inevitabilmente sacrificate nell’adattamento cinematografico, che, tuttavia, non ne scalfisce l’essenza ma semplifica la narrazione per adattarla al linguaggio universale del cinema.
Una conclusione rivisitata
Il finale del libro, di tono decisamente più oscuro e pessimista, è stato rielaborato da McNamara per meglio inserirsi nel contesto di un film che bilancia dramma e commedia surreale. Bella e il suo amato Max trovano un epilogo inaspettato, vendicandosi di Alfie e regalandosi un futuro idilliaco in campagna, lontani dai tormenti del passato. È una scelta audace che si inserisce nel filone di opere che osano deviare dall’originale per perseguire una propria identità.
L’arte tipografica di Gray
La passione sperimentale di Alasdair Gray per la tipografia, con l’uso di illustrazioni personali al posto di una tradizionale impaginazione, è un altro elemento che inevitabilmente non trova riscontro nel film. Nonostante questo, l’abilità di Lanthimos nel ricreare un’atmosfera unica compensa la mancanza di questi aspetti visivi, affidando la narrazione all’immaginazione visiva dello spettatore.
Nella trasposizione cinematografica di “Povere creature!”, Yorgos Lanthimos e Tony McNamara hanno dimostrato che l’arte dell’adattamento non è un mero esercizio di traduzione, ma un atto di creazione che può apportare nuova luce su un’opera amata. Le scelte coraggiose e le licenze prese con il materiale originale sono il segno di una volontà di non limitarsi a una replica, ma di osare e reinventare, pur mantenendo un filo conduttore con l’essenza dell’opera di Gray.