![La cucina di montagna di Hanspeter Sinner: una storia di passione e successo 1 20240131 213534](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/01/20240131-213534.webp)
La cucina di montagna di Hanspeter Sinner: dalla tavola del Rifugio Fondovalle al successo di Jannik
La storia di Hanspeter Sinner, il padre cuoco di Jannik Sinner, è quella di un uomo che ha saputo trasmettere passione e valori attraverso i suoi piatti. L’eco del talento tennistico del figlio, recente vincitore degli Australian Open, ha messo in luce non solo le sue prodezze sportive ma anche un legame particolare con il cibo, che sembra correre parallelo alla sua ascesa.
Conosciuto per il suo amore per la pasta al pomodoro e le carote, Jannik ha anche un piatto intitolato in suo onore, la pizza Sinner. Ma è all’interno della cucina del Rifugio Fondovalle, dove Hanspeter ha lavorato per oltre due decenni, che si scopre l’eredità culinaria che potrebbe aver influenzato il campione.
Un maestro in cucina
Armin Villgrater, cuoco e attuale giovane proprietario del Rifugio situato nelle idilliache Dolomiti, ricorda Hanspeter come un vero maestro: «Sono cresciuto al rifugio, mi conosce da quando ero piccolino». Villgrater non nasconde l’ammirazione per il cuoco che ha visto crescere il talento del tennis italiano, affermando: «È stato il mio maestro». La filosofia culinaria di Hanspeter era improntata al recupero e alla valorizzazione della materia prima, come testimonia lo stesso Villgrater: «Anche di una patata non si buttava via nulla».
Le radici di questa filosofia risiedono in una semplicità e attenzione che Hanspeter aveva ereditato dalla sua famiglia. «Dava grandissimo valore alla materia prima», sottolinea Villgrater, ricordando un aneddoto che Hanspeter gli aveva raccontato sul valore degli animali nella società contadina di mezzo secolo fa.
Emozione e sperimentazione nei piatti di Hanspeter
Ma non era solo la filosofia a fare di Hanspeter un cuoco eccezionale; era anche la sua capacità di mettere passione, emozione, precisione e pazienza in ogni piatto. Villgrater ricorda: «Non sceglieva la via facile solo per mettere in tavola un piatto velocemente, se era necessario faceva anche varie prove prima di arrivare al risultato perfetto».
C’è un piatto che ancora oggi rappresenta l’icona del Rifugio Fondovalle, il risotto al pino mugo con porcini freschi, una creazione di Hanspeter che non ha mai lasciato il menu. Villgrater ne sottolinea l’autenticità: «Viene preparato con burro aromatizzato al pino mugo, quello vero». Un altro piatto distintivo è la Padella dell’Alpinista, nata da un’intuizione di Hanspeter per valorizzare gli avanzi: «Un giorno ha detto “dobbiamo fare qualcosa con i canederli avanzati del giorno prima”», racconta Villgrater.
I piatti dei campioni
Non ci si può esimere dal chiedersi se dietro le vittorie di un campione ci sia anche il sostegno di una cucina che sa di casa e di tradizione. Villgrater condivide un ricordo particolare, legato al rapporto tra Hanspeter e Jannik: «Jannik veniva non spesso come suo fratello Mark, ma ogni tanto sì. Mangiava i maccheroni chef preparati con sugo di ragù della casa, speck, zucchine, melanzana, funghi e panna fresca». Un piatto che forse, nel suo equilibrio di sapori e sostanza, riflette le qualità che Jannik porta in campo.
Il legame tra il talento di Jannik e l’eredità culinaria di Hanspeter è palpabile. Sia nella disciplina che nella dedizione, sia nel talento che nella capacità di innovare senza dimenticare le radici, si intravedono i tratti di un insegnamento che va oltre i fornelli. Si potrebbe ipotizzare che, in qualche modo, la resilienza e la creatività necessarie per affrontare le sfide di una cucina di montagna abbiano trovato eco nelle performance del giovane tennista.
Il Rifugio Fondovalle continua a servire questi piatti che sono diventati parte di una tradizione, e, allo stesso tempo, di una storia di successo sportivo. I piatti di Hanspeter Sinner, così come i colpi vincenti di Jannik, rimarranno impressi nella memoria degli appassionati, sia della cucina che del tennis, come esempi di un’arte che sa nutrire il corpo e lo spirito.