![Harvard rimuove la rilegatura in pelle umana: un passo verso l'etica e il rispetto dei resti umani 1 20240328 222605](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/03/20240328-222605.webp)
Harvard rimuove controversa rilegatura in pelle umana dalla sua biblioteca
In un atto che segna la fine di un lungo periodo di controversie, l’Università di Harvard ha annunciato la rimozione di una rilegatura particolarmente insolita da uno dei libri custoditi nella propria biblioteca. Si tratta di una rilegatura realizzata in pelle umana, una pratica nota come bibliopegia antropodermica, che ha suscitato negli anni non poche polemiche. La decisione, presa dopo un attento esame etico, mira a risolvere una questione che ha attratto critiche per il modo in cui era stata gestita precedentemente l’oggettificazione di resti umani.
La pratica di rilegare i libri con pelle umana, seppur estremamente rara, era nota in particolare nel Diciassettesimo secolo. La conferma dell’origine umana delle rilegature, grazie ai progressi nelle tecniche di analisi del materiale genetico, ha permesso di fare luce su questi oggetti macabri, distinguendo i veri esemplari da quelli erroneamente identificati come tali. Tuttavia, la rilegatura in questione, appartenente a un’edizione di ‘Des destinées de l’ame’ di Arsène Houssaye, ha una storia particolarmente inquietante.
Una decisione etica
Il libro, donato alla biblioteca di Harvard nei primi anni Trenta del secolo scorso dal diplomatico statunitense John B. Stetson, nascondeva dietro la sua copertina un segreto macabro: la pelle utilizzata proveniva dal cadavere di una donna morta in un ospedale psichiatrico in Francia. Una nota lasciata dal medico francese che aveva commissionato la rilegatura sosteneva che ‘un libro sull’animo umano merita di avere una rilegatura umana’, rivelando così l’origine della pelle. Questa scoperta, confermata nel 2014 con toni che alcuni hanno ritenuto inappropriati, ha sollevato questioni etiche profonde riguardo al rispetto dei resti umani.
Dopo anni di dibattiti e pressioni da parte di un gruppo di accademici, che hanno persino inviato una lettera aperta al rettore dell’università esortando alla rimozione della rilegatura e alla restituzione dei resti in Francia, Harvard ha deciso di agire. Con questa mossa, l’università non solo ha riconosciuto la necessità di rispettare la dignità umana ma ha anche cercato di correggere una pratica storica controversa, oggettificando i resti umani per scopi di studio o curiosità.
Il futuro del libro e della rilegatura
La rimozione della rilegatura in pelle umana rappresenta un passo importante nella gestione dei materiali sensibili custoditi nelle istituzioni accademiche. Harvard, scusandosi per aver ‘oggettificato e compromesso la dignità umana’, ha introdotto dal 2015 delle restrizioni per la consultazione di tale volume, mostrando un cambiamento nel suo approccio verso la gestione di reperti e manufatti eticamente complessi. Il libro ora è accessibile sia online che fisicamente, grazie a una nuova rilegatura, mentre la decisione su cosa fare della vecchia copertina in pelle umana richiederà ulteriori riflessioni.
Questo caso solleva questioni più ampie riguardanti la responsabilità delle istituzioni nel preservare ma allo stesso tempo rispettare la storia e i resti umani. La decisione di Harvard di rimuovere la rilegatura e di scusarsi pubblicamente è un segnale di un’epoca in cui la consapevolezza e la sensibilità etica giocano un ruolo sempre più centrale nella gestione del patrimonio culturale. La storia di questa particolare rilegatura in pelle umana resta un esempio emblematico di come il passato possa essere reinterpretato alla luce di valori contemporanei, portando a scelte che rispecchiano un equilibrio tra la conservazione della storia e il rispetto per l’individuo.
Mentre la comunità accademica e il pubblico riflettono su questo evento, resta chiaro che il dibattito sulle pratiche di conservazione e la dignità umana continuerà a evolversi. La rimozione della rilegatura in pelle umana dalla Harvard Library non è solo la conclusione di una lunga controversia ma anche un punto di partenza per future discussioni su come le istituzioni possono e devono gestire il loro patrimonio culturale e storico in modo eticamente responsabile.