La musica come ponte per la memoria e la pace: il concerto di Muti a Roma
Nella serata che ha unito sotto lo stesso tetto personalità di spicco della cultura e rappresentanti delle istituzioni, il maestro Riccardo Muti ha guidato l’orchestra Giovanile Cherubini e la Banda dell’arma dei Carabinieri in un concerto che sarà ricordato per il suo forte messaggio di pace e memoria. L’evento, tenutosi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, ha segnato l’ottantesima commemorazione dell’eccidio delle Fosse Ardeatine, un tragico episodio della storia italiana perpetrato dai nazisti nel 1944.
Il maestro Muti, visibilmente emozionato, ha introdotto la serata con parole che hanno toccato il cuore dei presenti: “Sono emozionato di essere qui nell’ottantesimo anniversario dell’eccidio”. Il programma scelto per l’occasione ha parlato al pubblico attraverso la musica, veicolando emozioni profonde e riflessioni sul passato. Tra i brani eseguiti, la Sinfonia n.9 di William Schuman ha avuto un ruolo centrale, simbolo di una tragedia “incomprensibile a mente d’uomo” come sottolineato da Muti.
Un messaggio forte contro l’oblio
La scelta di questa particolare sinfonia non è stata casuale. Composta da William Schuman, musicista di origine ebraica fortemente toccato dalla visita al memoriale delle Fosse Ardeatine negli anni ’60, l’opera esprime “paura, orrore, rabbia”, sentimenti che Muti ha voluto trasmettere al pubblico come monito contro l’oblio e invito a ricordare le atrocità del passato per costruire un futuro migliore. “In quest’opera sono nemico dell’oblio”, ha affermato il maestro, evidenziando come la musica possa diventare veicolo di memoria e riflessione.
Le parole di Muti hanno trovato riscontro nelle esecuzioni dell’orchestra, con momenti di forte emotività, specialmente negli archi, e un finale in cui la presenza della campana ha rievocato un’umanità ferita. La musica, in questa occasione, ha superato il suo ruolo di puro intrattenimento per diventare strumento di coscienza collettiva.
L’omaggio a Maurizio Pollini e il ricordo delle vittime
La serata è stata anche l’occasione per rendere omaggio al grande pianista Maurizio Pollini, recentemente scomparso. Muti ha condiviso con il pubblico ricordi del loro ultimo incontro, chiedendo un minuto di silenzio che ha unito la sala in un commosso ricordo. Successivamente, l’apertura con l’”Incompiuta” di Franz Schubert ha ulteriormente sottolineato il tema della memoria e del tributo, con la sua “preghiera laica” che ha preparato il terreno emotivo per affrontare il ricordo delle Fosse Ardeatine.
L’evento, promosso dalla Fondazione Orchestra Giovanile Luigi Cherubini con il contributo di importanti istituzioni, ha visto la partecipazione gratuita del pubblico, che ha risposto con una standing ovation di 10 minuti. Tra gli ospiti, figure di rilievo come il Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, il Presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, e rappresentanti della politica e della cultura, testimoni di un’Italia unita nel ricordo e nell’impegno verso la pace.
La musica come strumento di fratellanza e bellezza
La presenza degli strumentisti della Banda dell’arma dei Carabinieri al fianco dei giovani musicisti della Cherubini ha simboleggiato un messaggio di fratellanza e unità. Muti ha sottolineato come la musica possa essere uno strumento potente per promuovere la bellezza e l’armonia, valori fondamentali in un mondo che spesso sembra voltare le spalle alla pace. “Accanto a me ci sono i giovani musicisti della Cherubini che dedicano la loro vita alla bellezza e all’armonia, una missione che ci arricchisce”, ha dichiarato Muti, evidenziando l’importanza del trasmettere questi valori alle nuove generazioni.
L’iniziativa ha unito musica, storia e memoria in un evento unico, dimostrando come l’arte possa essere un mezzo potente per affrontare i temi più difficili, promuovere il dialogo e costruire ponti verso un futuro di pace. La serata ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei partecipanti, riaffermando il ruolo della musica come linguaggio universale capace di superare le barriere, curare le ferite del passato e aprire le porte a un domani più giusto e armonioso.