![La crisi del Napoli: un'analisi tra gestione e scelte tecniche 1 20240226 105442](https://masainews.it/wp-content/uploads/2024/02/20240226-105442.webp)
La crisi del Napoli: gestione o allenatori?
Nessuno si è accorto dell’errore seriale che sconvolge la stagione del Napoli. Perso Kim, qualcuno ha pensato di sostituire il miglior difensore centrale del campionato, in lista di sbarco da febbraio al prezzo fisso di 50 milioni con un giovane, promettente, ma sconosciuto brasiliano. Natan Bernardo De Souza di San Paolo, 23 anni e 20 giorni, cartellino 10 milioni, un quinto di Kim, inchiodato alla panchina anche dal terzo allenatore. In quel ruolo gioca Juan Jesus, maturo brasiliano di 32 anni da Belo Horizonte, riserva dell’anno scorso ma titolare oggi. È considerato, bontà sua, migliore di Natan. Il goffo errore che a pochi secondi dalla fine sottrae al Napoli la vittoria di un meritato rilancio rivela le sue impronte. Juan Jesus svanisce come un fantasma al centro dell’area, minuto 95, offrendo il gol all’angolano Luvumbo.
JUAN JESUS (E DE LAURENTIIS). Detto del fuoco amico contro Meret e della boiata finale, sul fronte della cronaca resta il quasi rigore ai danni di Pavoletti. Ma la colpa non è solo dello sciagurato Juan Jesus sul campo. Anzi, le responsabilità maggiori sono di chi ha consentito che ben tre allenatori lo schierassero titolare accanto a Rrahmani, quest’anno gregario spaesato e rovinoso. Ecco perché Juan Jesus è l’emblema, il simbolo del disastro familista del Duce Aurelio, che dopo il tricolore ha proclamato al popolo tripudiante: “Le Naples c’est moi”. Così il popolo continuava a fare festa e lui prendeva lo scarso e sconosciuto Natan in Brasile, quinta o sesta scelta dalla fatidica lista lasciata da Giuntoli buonanima, dopo che per giorni aveva fatto trapelare i nomi di Danso, Kilman, Le Normand, Theate. Coi soldi di Kim ha fatto l’intera campagna acquisti dell’estate, mentre l’Inter, per dire, andava a prendersi il centrale del Bayern, Pavard, e avendo già in organico Acerbi, De Vrij e Bastoni. Infine, il Duce Aurelio si è dimostrato recidivo anche a gennaio, al punto di mandare all’aria l’affare di Nehuén Peréz per tenersi Ostigard. Solo che alla fine a giocare è sempre Juan Jesus. Per questo io me la prendo soprattutto con DeLa, il cui amore per il denaro è stato evidenziato anche da Luciano Spalletti nell’intervista alla Gazzetta dello Sport di sabato – 3.
Le scelte di mercato e la gestione finanziaria
De Laurentiis ha fatto una serie di scelte discutibili sul mercato, che hanno portato a situazioni imbarazzanti in campo. Ad esempio, la decisione di puntare su Juan Jesus, considerato inferiore a Natan, ha sollevato dubbi sulle reali motivazioni dietro queste operazioni. Mentre altre squadre si rinforzavano con giocatori di esperienza e comprovata qualità, il Napoli sembrava preferire investire in opzioni meno costose ma anche meno sicure. Questo approccio ha sollevato critiche soprattutto alla luce dei risultati altalenanti della squadra in campo.
La gestione finanziaria del club è stata altrettanto contestata, con accuse di eccessiva parsimonia o mancanza di ambizione nel costruire una rosa competitiva. L’episodio relativo a Kim e alla successiva sostituzione con un giocatore meno noto ha sollevato domande sulle priorità della dirigenza e sulle strategie di lungo termine del club. Mentre altri club sembravano fare investimenti mirati per migliorare la propria rosa, il Napoli sembrava trincerarsi dietro decisioni che hanno portato a risultati deludenti e a una situazione di incertezza all’interno della squadra e tra i tifosi.
Le conseguenze sul campo e il futuro del club
Le conseguenze di queste scelte si riflettono chiaramente nei risultati della squadra in campo, con prestazioni al di sotto delle aspettative e una mancanza di stabilità tattica e tecnica. L’incapacità di trovare un sostituto adeguato a Kim ha lasciato la difesa scoperta e vulnerabile, esponendo il Napoli a situazioni di rischio e a gol evitabili. Questo ha contribuito a minare la fiducia nei confronti della squadra e a mettere in discussione non solo le capacità tecniche degli allenatori, ma anche le scelte di mercato della dirigenza.
Il futuro del club appare incerto, con la necessità di rivedere in profondità le strategie di mercato e di gestione per riportare il Napoli ai vertici del calcio italiano e internazionale. È evidente che cambiamenti significativi sono necessari per evitare ulteriori scivoloni e per garantire al club un futuro più stabile e competitivo. La sfida per De Laurentiis e per l’intera dirigenza sarà quella di imparare dagli errori del passato e di compiere scelte oculate e lungimiranti per rilanciare il club e restituire fiducia ai tifosi.