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Pechino contra Washington: la nuova frontiera della guerra cibernetica
La tensione tra Cina e Stati Uniti si aggrava, questa volta sul campo della tecnologia. La Cyberspace Administration of China ha imposto ad Apple la rimozione delle app WhatsApp e Threads di Meta Platforms dall’App Store cinese. La motivazione ufficiale riguarda preoccupazioni legate alla sicurezza nazionale, un termine ormai diventato sinonimo di un controllo sempre più stringente sul flusso di informazioni all’interno del paese. La decisione di Pechino rappresenta un’escalation nella guerra cibernetica, un conflitto senza armi né soldati, che vede nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione le sue principali armi.
La Casa di Cupertino, pur esprimendo il proprio disaccordo, ha dichiarato di essere obbligata a rispettare le leggi dei paesi in cui opera. Questa mossa complica ulteriormente la situazione per gli utenti cinesi, che già erano costretti a ricorrere a VPN o altri strumenti per eludere il Great Firewall cinese e accedere a servizi di messaggistica esteri come WhatsApp e Threads. La censura cinese, infatti, privilegia l’uso di piattaforme interne come WeChat di Tencent, lasciando poco spazio alla concorrenza straniera.
WhatsApp e Threads: un bando tra sicurezza e censura
Non è la prima volta che la Cina adotta misure restrittive nei confronti di applicazioni e servizi online stranieri. Anche Telegram e Signal, note per la loro forte crittografia, sono state rimosse dall’App Store cinese. Tuttavia, altri servizi di Meta, come Facebook, Instagram e Messenger, rimangono accessibili, sollevando interrogativi sulla coerenza e le reali motivazioni dietro queste scelte.
Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio, che vede la Cina anticipare possibili azioni restrittive degli Stati Uniti nei confronti di TikTok, la popolare piattaforma video cinese. Anche in passato, Apple è stata costretta a ritirare dal mercato cinese app simili a ChatGPT, in seguito all’introduzione di normative più stringenti sulla sicurezza dei servizi di intelligenza artificiale generativa.
Antidumping e dazi: la risposta economica della Cina
Parallelamente al fronte tecnologico, la Cina ha lanciato un attacco economico agli Stati Uniti, annunciando l’introduzione di dazi antidumping sull’import di acido propionico, una decisione che segue l’annuncio del presidente americano Joe Biden di voler triplicare i dazi su acciaio e alluminio prodotti in Cina. Questo prodotto chimico, fondamentale per conservanti alimentari e altri usi industriali, rappresenta solo la punta dell’iceberg di una strategia più ampia che mira a colpire direttamente l’economia degli Stati Uniti.
Non solo gli USA, ma anche Taiwan è finita nel mirino di Pechino, con l’introduzione di dazi antidumping sui policarbonati provenienti dall’isola. Queste misure, valide per cinque anni, sono state annunciate a un mese dall’insediamento di William Lai alla presidenza di Taiwan, descritto dalla Cina come un ‘piantagrane’ e un ‘sostenitore dell’indipendenza’.
Un nuovo capitolo nella guerra fredda tecnologica
La serie di mosse compiute da Pechino riflette la crescente tensione tra Cina e Stati Uniti, una guerra fredda moderna che si combatte non solo sul terreno militare ed economico, ma anche e soprattutto sul fronte tecnologico e dell’informazione. In questo scenario, la sicurezza nazionale e la censura diventano strumenti di una lotta per l’egemonia globale, in cui il controllo delle informazioni e delle tecnologie gioca un ruolo chiave.
Le conseguenze di queste tensioni si estendono ben oltre i confini nazionali, influenzando l’intero ecosistema digitale globale. La sfida per le aziende tecnologiche internazionali è quella di navigare in questo complesso quadro geopolitico, cercando di bilanciare le esigenze di sicurezza, privacy degli utenti e conformità normativa. Nel frattempo, gli utenti si trovano a dover affrontare un’accessibilità sempre più limitata a servizi globali, in un mondo dove la tecnologia dovrebbe idealmente favorire l’inclusione e la condivisione di informazioni senza barriere.