“Colpito asilo, 128 morti”: Violenti scontri tra Hamas e Israele
128 persone, principalmente donne e bambini, sono stati uccisi negli attacchi israeliani nella notte tra domenica e lunedì, come riportato dal ministero della Sanità di Gaza e dall’agenzia AFP. La situazione è stata descritta come “indescrivibile” da un testimone e la violenza sembra non accennare a diminuire. Rafah, nella parte meridionale di Gaza, è stata teatro di un attacco che ha colpito un asilo nido, causando la morte di due bambine e ferendo decine di persone, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa locale Wafa.
La principale città di Gaza, Khan Yunis, è stata soggetta a continui bombardamenti, poiché Tel Aviv ritiene che sia il luogo in cui i militanti di Hamas hanno pianificato attacchi passati e dove si nascondono alti funzionari del gruppo. La violenza e la devastazione provocate dai recenti eventi sono sotto i riflettori internazionali, con molte nazioni che cercano di mediare per porre fine al conflitto in corso.
Hamas rifiuta l’accordo proposto: la guerra sembra destinata a continuare
Hamas sembra essere orientata a rifiutare la proposta di accordo su tregua e rilascio degli ostaggi, presentata dopo la riunione di Parigi del 28 gennaio con rappresentanti di Qatar, Egitto, Stati Uniti e Israele. La bozza dell’accordo prevede il rilascio graduale degli ostaggi, pause nei combattimenti e l’invio di aiuti umanitari a Gaza. Tuttavia, secondo fonti citate dal Jerusalem Post, Hamas intende richiedere il rilascio di un numero maggiore di detenuti palestinesi, complicando ulteriormente le trattative.
Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, cerca garanzie solide sulla fine della guerra e sul ritiro dell’esercito israeliano, punti sui quali il premier Netanyahu ha già espresso il suo diniego. L’incertezza sul futuro degli accordi si è riflessa nelle dichiarazioni del consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, che ha sottolineato la lentezza dei negoziati e l’incapacità di prevederne l’esito con certezza.
Visita di Blinken nella regione: tensioni crescenti dopo gli attacchi americani
Il segretario di Stato americano Blinken ha intrapreso un viaggio nella regione in un momento di grande tensione, con gli attacchi contro gruppi filo-iraniani in Iraq, Siria e gli Houthi nello Yemen. Il suo quinto viaggio dalla ripresa del conflitto il 7 ottobre scorso si è concentrato su Arabia Saudita, Qatar, Egitto, Israele e la Cisgiordania occupata. Tuttavia, la situazione è diventata ancora più tesa dopo la notizia dell’attacco di un drone contro una base americana in Siria, che ha provocato la morte di cinque combattenti curdi, come riportato dall’Osservatorio per i diritti umani nel Paese.