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Gaza, il Libano e il dilemma della leadership israeliana
Una situazione instabile
Da qualche giorno sono in corso violenti scontri nel nord di Gaza e a Gaza City, mettendo in discussione la stabilità della regione. I quartieri di Zeitoun, Al Rimal e Al Tuffah a Gaza City, insieme a Jabalyia e Beit Hanoun, sono teatri di combattimenti che coinvolgono le forze israeliane e i miliziani palestinesi. Nonostante il controllo delle IDF su queste aree, i palestinesi riescono ancora a condurre attacchi, sfruttando terreni non completamente bonificati.
Un cambio di strategia israeliana
Dopo un’operazione militare intensiva per indebolire Hamas e Jihad Islamica, le forze israeliane stanno ridislocando truppe nel sud, in particolare a Khan Younis. Questo spostamento ha creato opportunità per i palestinesi, poiché ha aperto varchi che i miliziani hanno prontamente sfruttato. Tuttavia, questa mossa potrebbe aver indebolito la presenza israeliana sul terreno, un elemento cruciale nelle operazioni di contro-guerriglia.
Le sfide di Israele
Pressioni economiche e sociali
Israele si trova di fronte a due sfide fondamentali: interne ed esterne. A livello interno, il Paese, con una popolazione di 9,6 milioni di abitanti e un’economia avanzata, non può sostenere a lungo lo sforzo bellico e la mobilitazione di centinaia di migliaia di riservisti. Il costo economico della guerra è enorme, con stime che indicano un impatto di oltre il 10% del PIL nazionale e un rapporto deficit/PIL in crescita. Questo logora l’economia sofisticata di Israele e mette a dura prova la stabilità interna.
Complessità regionale
A complicare ulteriormente la situazione, Israele si trova ad affrontare una complessità regionale. Oltre ai conflitti a Gaza, si è aperto un secondo fronte con il Libano, caratterizzato da attacchi limitati ma continui, e con la minaccia costante di un’escalation. Hezbollah rappresenta una minaccia significativa, con un arsenale di razzi intatto. Anche la Cisgiordania contribuisce alla pressione militare su Israele, con una rivolta che richiede risorse considerevoli.
Un dilemma per la leadership
La leadership israeliana, guidata da Netanyahu, si trova di fronte a un dilemma strategico importante. La scelta tra continuare l’offensiva a Gaza per eliminare Hamas a un alto costo economico e sociale, o cercare un accordo che riporti la stabilità interna, ma lasci Hamas intatto, è cruciale. L’incertezza legata a Hezbollah e alle divisioni interne al Paese complicano ulteriormente la decisione. L’uscita dalla trappola strategica attuale potrebbe rivelarsi un processo doloroso e pieno di sfide per Israele.