Un maliano accoltella tre persone a Parigi
Psicotico, schizofrenico, paranoico. Ma a piede libero. E nessuno sa da quando. La Francia è di nuovo sotto choc a causa di un tragico evento avvenuto alla Gare de Lyon di Parigi. Sagou Gouno Kassogue, un maliano di 32 anni, ha accoltellato tre persone armato di lama e martello, lasciando una gravissima. Senza proferire una parola, ha seminato terrore tra i presenti, dando alle fiamme il suo zainetto prima di compiere l’aggressione.
A Parigi, i controlli erano presenti in stazione, ma è stato il coraggio di un passante a fermare l’aggressore, che stava per colpire una donna con un martello. L’attacco è stato definito “estremamente violento” dai testimoni e la polizia ha confermato che l’intenzione di Kassogue era quella di “uccidere delle persone”. Le indagini sono in corso per “tentato omicidio”, ma il prefetto di polizia ha dichiarato che la pista terroristica non è stata ancora esclusa, sottolineando la compatibilità della salute mentale di Kassogue con l’arresto effettuato.
La questione della salute mentale e il contesto religioso di Kassogue
Nel frattempo, emergono dettagli sulla salute mentale e il contesto religioso di Kassogue. Su TikTok sono stati scoperti video riconducibili al salafismo, con contenuti a sfondo religioso e critiche nei confronti della Francia. In uno di questi video, Kassogue esprimeva il desiderio di essere accolto nel paradiso entro tre mesi. Sebbene non siano emersi segni di religiosità durante l’attacco, la polizia ha confermato che il dossier non è stato trasferito all’antiterrorismo solo per questo motivo.
La crescente polemica sui social riguarda anche un altro episodio avvenuto a Lione, dove un 28enne minacciava passanti con un coltello. Anche lui, Sofiane K., era schedato come pericoloso e radicalizzato islamico, con trattamenti per “turbe psichiatriche”. Questi eventi hanno riaperto il dibattito sulla gestione dei radicalizzati e l’allerta terrorismo in Francia, che è stata abbassata a livello intermedio all’inizio dell’anno. La questione della prevenzione e del controllo di individui radicalizzati è al centro del dibattito in corso.
Le tappe del maliano dalla stazione alla tragedia
Da Pozzallo a Parigi: le tappe del percorso di Kassogue sollevano interrogativi sulla sua permanenza in Italia. Dopo lo sbarco a Pozzallo, Kassogue ha ottenuto un permesso di protezione sussidiaria in Italia nel 2019 e si è spostato in diverse località, tra cui Torino. Testimoni lo hanno visto lavorare in un negozio a Torino fino a giugno, ma successivamente le sue tracce si sono perse. Documenti in regola, inclusa la patente, gli hanno consentito di viaggiare liberamente nell’Unione Europea, nonostante le condizioni di fragilità legate a una grave patologia mentale.
La cooperazione tra Italia e Francia è stata attivata per indagare sul percorso di Kassogue e sulle circostanze che hanno portato alla tragica giornata alla Gare de Lyon. Le domande sull’evoluzione dalla protezione sussidiaria alla possibile implicazione in un evento violento come quello di Parigi restano senza risposta. La vicenda solleva interrogativi sulle procedure di monitoraggio e sulla gestione dei casi di individui con problematiche di salute mentale e potenziale radicalizzazione.