Proteste pro-Gaza nei campus universitari di tutto il mondo
Le proteste pro-Gaza continuano a infiammare i campus universitari in tutto il mondo, da Princeton a Parigi, passando per Londra e Sydney. Negli Stati Uniti, dopo due settimane di scontri che hanno portato a circa 2.300 arresti, gli atenei si preparano ad ospitare le cerimonie di laurea tra eccezionali misure di sicurezza. Intanto, nei campi profughi palestinesi a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, sono comparsi messaggi di ringraziamento per la mobilitazione globale degli studenti.
Negli Stati Uniti, la situazione nei campus è relativamente calma rispetto ai giorni precedenti, ma non mancano episodi di tensione. A Princeton, un gruppo di studenti ha iniziato uno sciopero della fame per chiedere all’università di ritirare gli investimenti da società che indirettamente supportano le azioni militari di Israele a Gaza. Anche altre università, come la vicina Rutgers e Brown a Rhode Island, stanno considerando simili richieste.
Sgomberi e arresti a Parigi e Londra
A Parigi, la polizia ha evacuato nuovamente Sciences Po, dove alcuni studenti filo-palestinesi insoddisfatti del negoziato sulle partnership dell’ateneo con istituti israeliani avevano organizzato un sit-in pacifico. Anche la sede di Sciences Po a Lione è stata sgomberata. Nel Regno Unito, la protesta si è estesa da Londra a università come Bristol, Newcastle e Warwick.
In Australia, le manifestazioni hanno visto la comparsa di tendopoli in diverse città, tra cui Adelaide, Canberra, Melbourne e Sydney. Negli Stati Uniti, sebbene in tono minore rispetto alle drammatiche operazioni del primo maggio a Columbia e UCLA, sono proseguiti gli interventi della polizia. Una cinquantina di studenti sono stati arrestati a Greenwich Village dopo essersi rifiutati di sgomberare i campus di NYU e della New School.
Proteste e scioperi della fame negli atenei americani
Alla Portland State University in Oregon, altri 30 arresti sono stati effettuati dopo che i manifestanti si erano barricati in una biblioteca. A Princeton, lo sciopero della fame degli studenti ha sollevato richieste di ritirare gli investimenti da società coinvolte nelle azioni militari a Gaza. Questa richiesta è stata presa in considerazione anche da altre università, come Rutgers e Brown, che hanno visto lo sgombero delle rispettive tendopoli.Le cerimonie di laurea si avvicinano e rappresentano il prossimo banco di prova per gli atenei. Le solenni giornate di festa, che segnano la fine del ciclo di studi di molti giovani, saranno quest’anno appuntamenti blindati. La presenza della polizia, metal detector e divieti di portare striscioni, bandiere o borse voluminose caratterizzeranno le cerimonie.
Laurea 2024: un momento traumatico per molti studenti
Per gli studenti che hanno iniziato il college durante il lockdown da Covid e che hanno già perso il ‘prom’ alla fine del liceo, le lauree del 2024 potrebbero rappresentare un nuovo momento traumatico. La University of Southern California a Los Angeles ha addirittura cancellato la sessione plenaria a cui erano attesi 65mila tra parenti e amici dei laureati.
Il compito dei keynote speakers sarà particolarmente complesso quest’anno. Tra i nomi più noti che prenderanno la parola vi sono il comico Jerry Seinfeld a Duke e il co-fondatore di Apple Steve Wozniak all’Università del Colorado. Tuttavia, l’attenzione sarà soprattutto su Joe Biden, che il 19 maggio parlerà al Morehouse College di Atlanta, storica scuola afro-americana frequentata da Martin Luther King.
Le polemiche sul conflitto a Gaza e l’intervento di Biden
Dopo la conferma che Biden parlerà al Morehouse College, il corpo docente ha chiesto alla Casa Bianca ‘un momento di confronto diretto’ prima che il presidente salga sul podio. L’obiettivo è evitare che le polemiche sul conflitto a Gaza rubino la scena ai veri protagonisti della giornata: i laureati.Gli studenti di tutto il mondo continuano a mobilitarsi in segno di solidarietà con Gaza, e le proteste non sembrano destinate a cessare nel breve termine. Le cerimonie di laurea si svolgeranno sotto stretta sorveglianza, e sarà interessante vedere come le università gestiranno la situazione nelle prossime settimane.