Il declino di Sciences Po: l’istituzione in crisi
PARIGI — Professor Kepel, uno dei maggiori esperti mondiali di Medio Oriente, ha recentemente pubblicato in Francia il libro ‘Olocausti’ su Israele, Gaza e la guerra contro l’Occidente, che sarà presto disponibile in Italia. Ha insegnato per trent’anni a Sciences Po e condivide le sue opinioni sul crollo dell’istituzione accademica.
La democratizzazione dell’accesso è stata una scelta giusta, ma si è trascurato il mantenimento dell’elevato livello accademico. Dopo la morte del direttore Descoings, la direzione è stata affidata a funzionari non accademici, portando a una mancanza di focus sull’istruzione e sulla trasmissione del sapere.
Problemi di democratizzazione e livello accademico
Il problema di Sciences Po si riflette nelle proteste nei campus americani, dove la scuola sembra seguire modelli di attivismo importati. L’amministratore ha annunciato un ‘town hall’, adottando termini tipici delle proteste statunitensi. Questo approccio ha generato disaccordi e tensioni all’interno dell’istituzione.
Le conseguenze delle proteste del 7 ottobre
In seguito alle proteste del 7 ottobre, si è evidenziata una divisione tra coloro che supportano i carnefici e chi difende le vittime. Mentre i manifestanti pro-Palestina denunciano l’approccio selettivo della critica, è necessario mantenere una visione equilibrata e basata sui fatti per favorire un dialogo costruttivo.
Il rischio di un nuovo ‘jihadismo d’atmosfera’
Il ‘jihadismo d’atmosfera’ descritto dall’autore è un fenomeno che, seppur non violento, crea un clima di tensione e divisione. È fondamentale contrastare queste tendenze per evitare situazioni di estremismo e radicalizzazione.